“Com’è freddo questo maggio malinconico”, cantavi.
Dalla finestra osservavi il dottor Villoresi
scivolare fuori dal portone, ogni mattina,
alle sette e quarantacinque,
puntuale come un orologio svizzero.
Com’era brutto il dottore,
con quei piedi enormi e lo sguardo da pecora mannara,
pronta ad azzannarti con un sorriso da pasticcini
e bilancia dei pagamenti in ordine.
Dottor Villoresi, brav’uomo, onesto cadavere,
già pronto per l’avvento della televisione,
per le auto che fanno la loro figura
ma per le quali non occorre spendere un capitale:
mediamente veloci, mediamente belle.
“Signorina Wilma, me dia retta:
sposi ‘m bravo ragazzo
co’ no stipendio sicuro e se sistemi.
Io, cor mio stipendio statale,
a mì moglie nun je faccio manca’ gnente.
Quest’anno, certo, firmando m’ber po’ de cambiali,
j’ho pure comprato ‘na pelliccia”
Bella cosa la democrazia, vero dottore?
Molto ma molto meglio del fascismo:
a quei tempi solo i gerarchi e gli industriali
potevano permettersi certi lussi.
Schifoso dottor Villoresi, brutto da far paura,
sempre più brutto, mostruoso.
“Satana, amore mio,
non farmi diventare mai come lui,
ti prego.
Metterò abiti sconci,
farò l’amore con i democristiani,
ti offrirò sacrifici umani,
avrai la testa del ministro
su un piatto d’argento.
Farò tutto ciò che vuoi
ma non farmi mai diventare
brutta come lui.
Io non voglio sposarmi
con un bravo ragazzo con uno stipendio sicuro!
Io voglio fare il cinema, sposare un produttore,
vivere alla grande, esagerare.
E di pellicce ne voglio dieci, cento, mille...”
Ribolle via Tagliamento:
puzza di uova marce,
fumi che salgono dai tombini,
inni sacri, rigorosamente reversi.
Sbatte il portone, sbam!
Con vigore, sbam!
Che gran maestro Boito!
“Mi brucia la fronte, prendimi,
sono Margherita, la tua puttana,
prendimi”.
Capocotta! Capocotta!
La Wilma è morta.
“Giusta fine per quella puttana!
Di quelle come lei dovrebbe
morirne una a settimana”.
Capocotta! Capocotta!
La mamma ha sfornato la torta.
La Wilma è morta, La Wilma è morta.
Capocotta! Capocotta!
Nella torta la mamma
non ha messo il burro:
è buona lo stesso,
ma costa meno,
ma costa meno.
Capocotta! Capocotta!
Nella torta la mamma
non ha messo il burro:
è buona lo stesso,
ma costa meno,
ma costa meno.