La nostra casa è grande
è come vuota
e sente molto la tua assenza.
Non riesco più a dormire sola,
gli amici che mi incontrano mi chiedono
quando ritornerai.
Io faccio sempre finta di avere fretta
non era immaginabile una fine.
C'è sempre una signora
che mi fa la spesa
è stupido, ma aspetto sempre.
Vecchio hotel di periferia,
com'è triste
questo giorno di settembre.
Sento fischiare il treno,
certamente ho sbagliato io,
spesse volte avevi torto tu,
la verità è oramai nel vento.
~ ~ ~
E questo inverno freddo
ha portato un po' di neve fino al mare;
si sono poi ghiacciati anche i canali.
La borsa d'acqua calda
per scaldare il letto;
a volte all'improvviso
strane angosce
mi si infiltrano nel petto.
E dormo con la luce accesa,
e l'erba del cortile è tutta bianca,
e tutto mi ricorda tutto.
Vecchio hotel di periferia,
come miele la mia vita ai bordi
delle strade deserte.
Andavo lungo i viali della ferrovia,
biciclette senza campanelli,
sento ancora fischiare il treno.