Arrivato al settimo piano salutai la segretaria
e avrei potuto buttare a terra la porta con un calcio,
urlare: "ho sentito che dobbiamo parlare, quindi parla!"
o dire: "mi dispiace, ma ti sbagli di grosso,
non hai calcolato che sono un pazzo! In guardia, in guardia!"
Invece mi comportai da persona rispettabile
che capisce che sono cose che capitano...
ed un dirigente, un dirigente, mi licenziò.
Ed un dirigente, un dirigente, mi licenziò.
E avrei potuto portare un cappello divertente,
sfidarlo a duello e scegliere la spada.
O strapparmi i capelli come un posseduto,
notarlo davvero stranito, guardandomi, guardandomi.
Invece accettava ed assentiva
il signore ubbidiente che porto dentro...
ed un dirigente, un dirigente, mi licenziò.
Ed un dirigente, un dirigente, mi licenziò.
Io gli obbedivo e mi ha licenziato!
e mi ha licenziato, e mi ha licenziato, e mi ha licenziato!
E questo fu il punto finale
di questo vecchio racconto allucinante
che forse insegnerà qualcosa ai piccoli
e distrarrà, speriamo, i più grandi.
E qui termina la funzione,
il dirigente ed il nostro eroe
si salutano, si salutano.