Nella durata o nel ribollire degli eventi,
facce, facce, vedo sempre le vostre facce.
Scorrono fin qui dal fondo dei ricordi,
la notte vengono da me dall’abisso dei sogni.
Con un sorriso luminoso o con una tristezza nascosta,
facce, facce, vedo sempre le vostre facce,
nel silenzio dei prati e nel rosario delle frasi
un cerchio di facce in una danza sfrenata.
Ti ringrazio, fortuna, per avermi regalato
facce, facce, queste care facce,
per avermi dato la prova lampante:
più è grande il mondo, più è vicina la vicinanza.
Tra i sogni svaniti come miraggi
facce, facce, sempre facce benevole,
una mano e una parola gentile:
"Tieni duro! Tifiamo per te!"
I soli dell’anima, questi occhi come vetrate,
facce, facce che bruciano come candelabri;
segnali indicatori per i cuori nei tempi cupi
e tra voi ci sono io – una faccia tra le altre facce.
Ti ringrazio, fortuna, per avermi regalato
facce, facce, queste care facce,
per avermi dato la prova lampante:
più è grande il mondo, più è vicina la vicinanza.
Il tempo guida le sue ruote nell’orologio.
La verità è semplice: un giorno, Signore, mi additerai,
e quando lo farai, mettimi nella memoria,
come in una valigia, tutte queste care facce.