Se mi vedeste di giorno
con la borsa della spesa
fare un giro attorno casa
masticando qualche offesa.
Se mi vedeste lavare, pulire
o attaccare manifesti,
vi mettereste a guardare
senza ridere dei miei gesti.
Se mi sentiste parlare,
trascurando la mia voce,
comincerei a raccontare
ciò che nessuno dice,
ciò che nessuno sa:
una storia di dubbi
e di fughe da casa,
di vestiti sbagliati,
di qualche inutile attesa
e di rabbiose ostentazioni
e le parole delle canzoni,
mai scritte per me.
E vorrei uscire fuori
senza quei rumori di motori;
respirare la speranza.
Senza più cliniche straniere
che non sanno indovinare
chi è nascosto dentro me.
Se avessi un po' di vita anch'io,
vorrei passarla a modo mio,
con te.
Tu che ti vergogni la mattina
e non mi presenti a nessuno
e mi nascondi in cucina
quando aspetti qualcuno.
E quelle stesse persone
che ridono della mia voce
hanno anche loro una croce:
ciò che nessuno dice,
ciò che nessuno sa.
Storie da Pasolini 1
nelle macchine strette,
con dietro i sedili dei bambini
e le sigarette.
E le parole così pesanti,
i discorsi degli amanti,
non sono per me.
E vorrei avere un nome
uguale a quello dentro ai documenti
e il saluto dei parenti.
Vorrei passare un bel Natale
con le foto da scattare;
vorrei ridere con te.
Se un po' di vita resterà,
chissà che posto ci sarà
per me.
Se avessi un po' di vita anch'io
vorrei passarla a modo mio,
con te.
Se un po' di vita resterà,
chissà che posto ci sarà
per me