Mi sono svegliato e nel sonno
ho udito due voci.
L’una mi ha detto: “dimenticala
e smetti di piangere ancora”.
L’altra però era la tua
e tramite le linee di demarcazione dell’incubo mi diceva: “Dormi amore mio, ti sarò vicina, quando avrai
bisogno di me...”
Gli anni sono infiniti,
però la vita è breve.
Mi sono abituato di amarti,
te ne sei abituata anche tu.
Però gli anni sono come un recipiente,
come un albergo a buon mercato per due istanti.
Perché il mio dolore ci stia da qualche parte
durante la notte, quando resto solo,
e io possa contare i miei silenzi
e quando soffro ricordandoti che mi dica:
“Ti sarò vicina, quando avrai bisogno di me”.
La fiaba è stata terminata
e comincia la vita.
Oh, magari fosse la tua verità
veritiera come una bugia.
Che ne faccio io della mia vita?
La butto nella fiaba perché si anneghi,
perché si inganni e ti creda di nuovo, dall’inizio.
Perché ti creda quando mi tocchi,
di notte, quando sussuri, quando dici:
“Ti sarò vicina, quando avrai bisogno di me...”