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Signori e buona gente, venite ad ascoltare:
un caso sorprendente andremo a raccontare:
è successo a Milano e tratta di un dottore
che è caduto nel video del suo televisore.
Con qualsiasi tempo, ad ogni trasmissione,
egli stava in poltrona a guardare la televisione,
incurante dei figli e della vecchia mamma,
dalle 16 a mezzanotte non perdeva un programma.
Riviste, telegiornali, canzoni oppure balli,
romanzi oppur commedie, telefilm, intervalli,
tutto ammirava, tutto per lui faceva brodo,
nella telepoltrona piantato come un chiodo.
Ma un dì per incantesimo, o malattia (che ne dite?
Non può darsi che avesse la televisionite?),
durante un intervallo con la fontana di Palermo
decollò dalla poltrona e cadde nel teleschermo.
Ora è là, in mezzo alla vasca, che sta per affogare,
parenti e amici in lacrime lo vorrebbero aiutare:
chi lo tira per la cravatta, chi lo prende per il naso,
non c’è verso di risolvere il drammatico telecaso.
Andrà in eurovisione, diventerà pastore
di quei greggi di pecore che sfilano per ore,
riceverà i malati da quella scatoletta;
come farà, dopo la visita, a scrivere la ricetta?
Ma fra poco, purtroppo, la trasmissione finisce,
e se il video si spegne, il misero dove finisce?
Fortuna che il suo figliuolo, studioso di magnetismo,
per ripescarlo escogita un abile meccanismo:
compra un altro televisore e glielo mette davanti,
il dottore ci si specchia e dopo pochi istanti,
per forza d’attrazione schizza fuori da quello vecchio
e già sta per tuffarsi nel secondo apparecchio.
Ma nel momento preciso che galleggia nell’aria,
più veloce di gabbiano o nave interplanetaria,
il figlio elettrotecnico, svelto di mano e di mente,
spegne i due televisori contemporaneamente.
Cade il dottor per terra e un bernoccolo si fa;
meglio cento bernoccoli che perdere la libertà.
1. Tratta dall’omonima filastrocca di Gianni Rodari.