Parlare del mio tesoro,
del mio bimbo,
ha un cert'effetto
che mai nessuno prima d'ora aveva avuto su di me.
Quando mi guarda,
cado, come folgorata,
e manca di tatto, sì
ma non per questo non si dà delle arie da angelo.
Basta che si muova,
che tremi,
che io, lo sento davvero il mio tesoro, a tentoni
poiché s'allontana...
Lo stesso, però, quando rimane fermo,
basta che faccia il broncio per far mettere anche me,
a tentoni,
a tentoni.
Dopo il nostro incontro,
non mi nutro che di lui,
che ha quel portamento...
da mandare tutti i miei capricci all'aria,
per timore che questi possano urtarlo.
Si orna della sua vanità,
e se ne infischia della massa,
coltivando la sua fragilità.
Basta che si muova,
che tremi,
che io, lo sento davvero il mio tesoro, a tentoni
poiché s'allontana...
Lo stesso, però, quando rimane fermo,
basta che faccia il broncio per far mettere anche me,
a tentoni,
a tentoni.
M'ama davvero il mio tesoro,
ed è stato lui stesso a dirmelo.
Quando mi ama, poi,
ciò non mi dà mai noia.