Sedici anni avevo allora,
di Birmania arrivasti quassù;
mi dicesti che ti venissi dietro
e che al resto pensavi tu.
Io ti chiesi del tuo mestiere
com’è vero che ora sto qua;
mi dicesti le strade ferrate
ma il mare mai più per carità.
Quanto parlasti, Johnny,
e quante balle, Johnny;
tu m’hai mentito
dal primo istante.
Come ti odio, Johnny,
stai lì e mi sfotti, Johnny.
E levati la pipa di bocca, carogna.
Surabaya Johnny, sei cattivo perché,
Surabaya Johnny, io ti amo così.
Surabaya Johnny, sono triste perché
tu non hai cuore, Johnny, ma ti amo così.
In principio era sempre festa,
finché non mi prendesti con te.
Dopo quindici giorni nemmeno,
non ti andava più niente di me.
Lungo il fiume su e giù per il Punjab,
fino a quando, Dio solo lo sa.
Io mi guardo allo specchio e mi vedo
come avessi quarant’anni di già.
Non era amore, Johnny,
volevi i soldi, Johnny,
ed io pendevo dalle tue labbra.
Volevi tutto, Johnny,
e io ti ho dato di più.
E levati la pipa di bocca, carogna.
Surabaya Johnny, sono triste perché,
Surabaya Johnny, io ti amo così.
Surabaya Johnny, sono triste perché
tu non hai cuore, Johnny, ma ti amo così.
Lo sai bene, non ti ho mai chiesto
perché mai ti chiamassi così,
ma per quanto sia lunga la costa,
lo sapevano tutti lì.
Un bel giorno, dal mio lettuccio,
sentirò una sirena fischiar,
e tu via che ti squagli in silenzio,
c’è una nave già pronta per te.
Tu non hai cuore, Johnny,
tu sei un porco, Johnny,
tu te ne vai, Johnny,
dimmi perché, Johnny.
Eppure ti amo, Johnny,
come il primo giorno, Johnny.
E levati la pipa di bocca, carogna.
Surabaya Johnny, sono triste perché,
Surabaya Johnny, io ti amo così.
Surabaya Johnny, sono triste perché
tu non hai cuore, Johnny, ma ti amo così.