Ah la notte sofferta nei suoi errori.
Voci di donne conclamano l’aria
presso i teatri esausti – aprono odori
a fresco, nell’oscurità
in cui passano illese. E tu che ignori
tanta luce dei sensi! Alla precaria
carne che accende in delebili amori
una vampa più mite e sanguinaria
dell’afflato notturno, altro tu opponi
ora nel buio: un lutto d’innocenza
chiusa, in cui si rompono canzoni
e voci – in cui tu sola resti senza
paura, e a te mi chiami mentre i suoni
soffoca già la più labile ardenza.