La maglia del Bologna,
sette giorni su sette,
pochi passaggi, molti dribbling,
quanti vetri spaccati.
Un Dio cattivo e noioso,
preso andando a dottrina,
come un arbitro severo fischiava
tutti i perché.
... dire, fare, baciare.
Occhio, questa è la palla che ci può salvare.
A salvarci erano invece
certe canzoni
che uscivano dalla radio di Silvia.
Tu, seduta a cercare le stazioni.
Che buffo era Luca mentre provava
a tenerti la mano.
Non potevo non prendervi in giro ma capivo
che nasceva qualcosa di strano.
... e come è strano incontrarti.
Silvia aspetta,
aspetta debbo parlarti.
Silvia lo sai,
lo sai che Luca si buca ancora?
Silvia lo sai,
lo sai che Luca si buca ancora?
Silvia chissà,
chissà se a Luca ci pensi ancora?
Silvia lo sai,
che Luca è a casa che sta male?
I professori non chiedevano mai
se eravamo felici.
Silvia, tu ridevi e scherzavi,
Luca invece non parlava mai.
Che profumo, Bologna di sera,
le sere di maggio.
Luca, che botte dai grandi prendeva
per dimostrarci che aveva coraggio.
... dire, fare e baciare,
certo, ma il tempo non lo puoi fermare.
L'altro giorno ho trovato una scusa
per potergli parlare.
"Ehi, Luca, ne è passato del tempo?"
"Si, va beh, ma adesso lasciami andare".
Non credevo di essere stato violento
ma ha cominciato a tremare,
mi ha guardato con lo sguardo un po' spento,
non riusciva a parlare.
... e adesso come facciamo,
non dovevamo andare lontano?
Silvia lo sai,
lo sai che Luca si buca ancora?
Silvia lo sai,
lo sai che Luca si buca ancora?
Silvia chissà,
chissà se a Luca ci pensi ancora?
Silvia lo sai,
che Luca è a casa che sta male?