Gli occhi seducono, quando li poggi su di me,
non ho timore a gestire questioni ruvide.
Che sia il destino a fare la parte del giudice,
a lui le decisioni, a lui le nostre suppliche.
Ma tu hai la sicurezza di un «no»
e una tua minima incertezza mi può
mettere al tappeto per due giorni,
sospeso, con il dubbio che ritorni.
Ed io certe attese le ho disimparate,
la pazienza non è la mia virtù.
La tua è alta scuola,
mastino con la museruola.
Proprio tu che
sei il mio bootcamp,
incroci qui la mia traiettoria.
Quando appari tu, mi rapisci,
i tuoi segnali morbidi mi attivano,
tu sei il pianeta che mi attira a sé.
Nel silenzio tu mi colpisci,
i tuoi fatali morsi mi rianimano
perché il tuo siero buono gira in te.
La bocca mastica il tuo nome, ma è difficile,
nel mio mirino sei un obiettivo sensibile
e provo a disegnare i tuoi contorni,
ma per certe cose non bastano i fogli.
Uno dentro l'altro, è forza di gravità,
tra le tue gambe, fino in profondità,
pensarti nuda, con addosso gli stivali,
si contraggono gli addominali.
Dio mio, certe cose sono complicate!
Forse è per questo che le vuoi di più.
Va' via o torna ancora,
preziosa mia, lama alla gola.
Proprio tu che
non hai perché,
fottuta fantasia che divora.
Quando appari tu, mi rapisci,
i tuoi segnali morbidi mi attivano,
tu sei il pianeta che mi attira a sé.
Nel silenzio tu mi colpisci,
i tuoi fatali morsi mi rianimano
perché il tuo siero buono gira in te.
Quando io e te stiamo per fare l'amore,
uno sull'altra, stesi nudi o in sei nove,
ma innocenti, finché in assenza di prove,
devoti a questa missione
in estasi e religione.
Quando appari tu, mi rapisci,
i tuoi segnali morbidi mi attivano,
tu sei il pianeta che mi attira a sé.
Nel silenzio tu mi colpisci,
i tuoi fatali morsi mi rianimano
perché il tuo siero buono gira in te.