Hai vissuto la tua infanzia profumata
Fra filari di sorrisi e di carezze,
Imbottito di certezze e miti assurdi,
Predisposto ai sogni facili ed ingordi,
Germe classico di dubbi e di paure,
Quelle stesse tue di quando, sii sincero,
Credevi all'uomo nero.
Fianchi morbidi e culetti impertinenti
Hanno acceso la tua imberbe fantasia
E le prime ed insolenti tue erezioni
Le hai sprecate fra le pieghe dei calzoni
Promettendoti che un giorno libertino,
Non l'avresti più gettato dentro al cesso
L'orgoglio del tuo sesso.
Ma è bastato il primo caldo vaginale
Consumato in quel suo magico rituale
Perché tu, credendo fosse stato il cuore,
Parlassi già d'amore.
Corri, corri, coniglietto birichino
Che la notte ti ha portato un bel bambino,
Sarà grasso, con gli occhiali, sarà bruno,
Sarà timido ed incerto in primo luogo,
Coi tuoi occhi gli farai vedere il mondo,
Sarà scialbo e delicato come un giglio,
Sarà proprio tuo figlio.
Corri, corri, disperato burattino,
Riempi in fretta di marmocchi il tuo teatrino;
La famiglia romperà le tue paure,
Sarà certo il tuo trofeo, il tuo materasso.
Ma sta’ attento perché che c'è chi ha già capito
Che aver gli occhi, la tua bocca ed il tuo naso
E' stato solo un caso.
Non mi dire che sei stanco, sei distrutto,
Che alla vita in fondo hai sempre dato tutto.
La paura di star solo, mio soldato,
Da sempre ti ha fregato.
Sta’ tranquillo, non ti devi preoccupare:
Per il bene maledetto che ti voglio,
Per la sorte un po' vigliacca che ci unisce,
Per quest'ansia che da sempre ci appartiene,
A nessuno svelerò questo segreto;
Solo a queste poche rime troppo ladre
Dirò che sei mio padre.