San Giovanni:
Tanto amor che ti giovà
o mio Signor!
con chi t'offende ogn'ora.
Ah! che più giusto fora
d'ira e vendetta armato
l'empietà depunir
d'un mondo ingrato.
Troppo avvezzo è Israelle
a la clemenza e pertinace,
crede, o, che il suo Dio
non sei, o non quel desso
che del vecchio delitto
già in Sodoma punilla
ed in Egitto.
Gesù:
Io non venni, Giovanni,
al basso mondo
per intendar del peccator la morte,
ma affin che
si converta e sempre viva.
San Giovanni:
Ma quando più ostinato
all'amor tuo resiste
in sua rovina?
Gesù:
Pena per lui bastante
e il suo peccato;
ma ver me s'avvicina
la turba armata.
Addio! Giovanni, addio!
Diletta, diletta Genitrice.
in questi amplessi prendete,
o cari, un pegno
del piu dolce amor mio.
Armati di costanza,
o cara madre,
lascarti è duopo,
ed ubidir al Padre.
Maria Vergine:
Turba crudel t'arresta,
il mio figlio è innocente.
Io la rea sono,
io la vittima ancora!
Gesù:
Non t'affanar di piu!
La legge è questa:
Il reo si salvi,
e l'innocente mora.
San Giovanni:
Io levar non posso
cosi barbari oltraggi;
questa legge, o Signor!
troppo è severa:
L'innocente si salvi,
e il mondo pera.