Pieina, ancora tutti i denti bianchi.
Pierina, che da trent’anni vai a lavoro alle cinque di mattina.
Pierina, sempre alla fermata puntuale, sempre pettinata.
Pierina, Pierina, Pierina.
Pierina, dentro quel cappotto marrone.
Pierina, senza anelli d’oro e senza collane.
Anneghi le malinconie nei secchi delle pulizie.
Pierina, Pierina, Pierina.
I figli, i figli se ne vanno, Pierina,
E si resta soli ad inventare la cena,
E poi davanti alla TV su un dondolo che non va più,
Socchiudi, stanca, gli occhi e poi ripensi
A quando lo chiamavi amore e ti chiamava amore
Lui che ti diceva nell’oscutità:
«Piccola ferita del mio cuore
Che non può rimarginare,
Pierina, Pierina,
Profumi di verbena».
Lo chiamavi amore e rispondeva amore
Quanto tempo fa, troppo tempo fa.
Ma nei sogni lo puoi ritrovare.
Fate piano anche voi, state zitti perché lei aspetta la notte per vivere.
Pierina, un altro inverno è andato.
Pierina, e sul tuo davanzale ho visto è nata una piantina,
Germoglia, perché è primavera,
Somiglia a tu proprio stasera,
Che strano, Pierina, stasera
Serena sera di famiglie riunite in cortile,
Di nuovi amori adolescenti che si stanno a guardare.
E tu, Pierina, torni a casa,
Stasera non hai fatto spesa,
Pierina, sembravi una rosa.
Stasera hai spento la TV.
Stasera il cielo è troppo blu.
Un sogno non ti basta più perchè, Pierina,
Lo chiamavi amore e ti chiamava amore
Lui che ti diceva nell’oscurità:
«Piccola ferita del mio cuore
Che non può rimarginare,
Pierina, Pierina,
Profumi di verbena».
Lo chiamavi amore e rispondeva amore
Quanto tempo fa, troppo troppo tempo fa.
Ma stanotte lo vai a ritrovare.
Fate festa anche voi, sorridete perché da stanotte Pierina può vivere.