Non è facile per me
dire una cosa proprio a te
che mi conosci bene come la tua pelle.
Questa mattina quando te sei uscita prima di me
sono rimasto a letto a guardar le stelle,
disteso dalla parte tua,
con il tuo calore ancora di terra,
di sogni che non so comprendere.
Io trattenevo il respiro
per sentire il silenzio
di una stanza quando non ci sei,
abbracciavo il cuscino
per cercare il profumo
di una notte dai capelli tuoi.
E non ci riuscirò mai, (mai)
a dirti quanto bella sei, (sei)
quanta vita mi dai (dai)
e quello che tu sei per me,
per me, per me, per me, per me.
Sei l'altra parte della luna,
il fuoco che non si consuma,
il tuono che precede il lampo,
la cassaforte del mio tempo.
È difficile poi ritrovarsi tra noi
con addosso dieci anni insieme.
L'abitudine, sai, è il peggiore dei guai,
si diventa come due vecchi comici
che non ridono più,
che non inventano più,
che sono lì a rassicurare il pubblico.
Io ti amo e mi vergogno anche un po'.
Come un bambino io continuo a dirtelo.
E non ci riuscirò mai, (mai)
a dirti quanto bella sei, (sei)
quanta vita mi dai (dai)
e quello che tu sei per me,
per me, per me, per me, per me.
Fedele non sarò mai ma non ti tradirò mai.
Sai che fedele io non sono a niente.
Io non lo sono con me,
io non lo sono con te
neanche con dio, nemmeno con la gente.
Non ti amerò come vuoi
perché non so dire noi
però lo sai che posso darti il sole.
È solo insieme a te
che io ho capito perché
è così bella la parola amore.
E non ci riuscirò mai, (mai)
a dirti quanto bella sei, (sei)
quanta vita mi dai (dai)
e quello che tu sei per me,
per me, per me, per me, per me.
Tu sei la cima dell'Olimpo,
la pioggia che ravviva il campo,
la madre che non mi somiglia,
il battito delle mie ciglia,
la notte dove addormentarmi
e l'ala dove ripararmi.
Tu sei il pericolo costante,
la mia miniera di diamante
per me, per me, per me, per me.