Loro non sanno che il sogno
è una costante della vita,
concreta, definita
come ogni altra cosa,
come questa pietra grigia
su cui mi siedo e riposo,
come questo mite ruscello
con sereni soprassalti,
come questi pini alti
che si agitano verdi e oro,
come questi uccelli gridanti
in ebbrezze d'azzurro.
Loro non sanno che il sogno
è vino, è spuma, è fermento,
bestiola alacre e assetata
con il musetto appuntito
che scava attraverso tutto
in perpetuo movimento.
Loro non sanno che il sogno
è tela, è colore, è pennello,
base, fusto, capitello,
vetrata, arco ogivale,
pinnacolo di cattedrale,
contrappunto, sinfonia,
maschera greca, magia,
storta d'alchimista,
mappa del mondo distante,
rosa dei venti, Infante,
caravella del Cinquecento,
Capo di Buona Speranza,
oro, cannella, avorio,
fioretto di spadaccino,
telaio, passo di danza,
Colombina e Arlecchino,
mongolfiera che vola,
parafulmine, locomotiva,
nave pavesata a festa,
altoforno, generatore,
scissione dell'atomo, radar,
ultrasuono, televisione,
sbarco di navicella
sulla superficie lunare.
Loro non sanno, e non sognano,
che il sogno è motore di vita,
che ogni volta che un uomo sogna
il mondo rimbalza e matura
come una palla colorata
nelle mani d’una creatura.