Signore, che mi guardi con l’occhio della luna;
Signore, che mi guardi attraverso il sole;
Signore, che sei la morte e la vita –
le stelle sono le Tue lacrime splendenti.
Signore, che col vento ci togli i tetti da sopra la testa,
che hai in Tuo potere la potenza delle onde del mare;
Signore, che tieni nelle mani il fuoco degli incendi –
Ti ho implorato tante, tante volte:
Lasciami riposare ancora sulla Terra
prima di vedere la luce splendente,
prima di presentarmi, muto, davanti a Te,
mettendo sulla bilancia le mie azioni;
Lasciami assaggiare qui il paradiso:
devo sapere se mi piace
questo pezzo di felicità, quali gesti,
quali parole Ti convincono.
Signore, che guidi la vita per una strada tortuosa;
Signore, che inganni gli occhi con le apparenze –
tento di leggere il mondo come un libro santissimo
e prendo la pazienza come modello.
Come tutti, voglio vivere la mia vita nella fatica
fino a quando si fermerà il mio cuore stanco;
ma anche quando sarò chinato verso la terra,
non smetterò, non smetterò di implorare:
Lasciami riposare ancora sulla Terra
prima di vedere la luce nel buio,
prima di raggiungere la Tua porta,
prima di avere la pace eterna;
Lasciami assaggiare qui il Paradiso,
su questa Terra che geme di fatica;
un attimo nel Paradiso, e poi portami
alle Tue stanze celesti.