Cupo e muto, come un pioppo abbattuto dai fulmini
rimirato in un bicchiere profondissimo,
mi rimaneva estraneo e normale all'aspetto
ma allora gli scorsi il riflesso della luna in un occhio.
Mi dice: "Allora, come vanno le cose?"
"Vanno", borbottai, "tutte alla malora".
Allora sbottò e mi squadrò spettralmente:
"Non ne avete un'idea, fratelli cari..."
Tu non sai che significa uccidere una città
non conosci lo spauracchio dei fossi fangosi
tu non sai che significa dormire, adesso,
chiudo gli occhi e altro non c'è che il silenzio dei tetti!
Chiudo gli occhi e, in sogno, mi ritrovo per caso a far lavori di campagna,
sento l'odore di stanze di locande, in sogno echeggia la festa di nozze
chiudo gli occhi e in sogno scorrono le facce
vibra lo sciame dei mandolini, il Danubio scorre color madreperla...
Bestia pazza, perché ti sei ridestata?
Il principe nero ti ha dato un bacio.
Ma non mi vergognerò se non vedrò Dio
perché non è Dio colui che ho conosciuto.
Tu non lo sai, ma nessuno è stato liberato,
tutto il silenzio me lo macchia una granata.
Si è salvato chi è stato colpito per primo
e tutti gli altri sono eterni ostaggi degli incubi.
Chiudo gli occhi e, in sogno, ritrovo per caso le barche,
le campane, i latrati, le liti tra vicini, il profumo del campo arato di fresco.
Ma quando si fa giorno, i venti dal fiume emettono un lamento.
Lo so, si lamentano le ninfe e il Danubio spande odor d'incenso.