Ho parlato alle signorine lungo la strada,
mi sono ubriacato fra i tatuaggi che hanno mostrato il mondo ai miei occhi.
La comprensione apre le porte
alla trama intricata di quanto buono
possa essere il domani.
Sono stato cosparso di un elisir per enumerare tutte le mie sofferenze,
e mi sono venuti tutti pensieri in bianco e nero,
come se avessi camminato attraverso i loro corridoi bui,
e, debole come sono, tu sei come un angelo che mi sta vicino.
Quando il dolore chiama il mio nome,
so che niente resta uguale.
Ho parlato agli uomini considerevoli
in stanze sempre bianche e la mia anima diventava più nera ad ogni loro parola,
dolcissima come labbra che baciano,
un caleidoscopio privo di alcuna consolazione.
Ho negoziato la mia parte con il destino, e tutto
senza preconcetti di immortalità.
Ho lanciato il dado senza compromessi,
e, perduto come sono, tu sei il mio buon samaritano.
Quando il dolore chiama il mio nome,
so che niente resta uguale.