Appena apri gli occhi sai che ti aspetta una lotta
guardi fuori dalla finestra attraverso delle sbarre
la libertà è lontana
e se sei fedele e lotti dalla parte del bene
appena esci in strada senti l'amarezza della vita.
Il popolo sopporta mentre le merde si arricchiscono
io non posso tacere
non permetto che mi sconfiggano
il sasso cade dal cuore come una lacrima sul foglio
l'uncia valvola di sfogo è la mia musica, l'essenza del blues di Belgrado.
Senti la sofferenza che scorre in ogni rima?
Senti il dolore che uso come motivo?
Dopo tutte le peripezie e le strade spinose
le ferite sono guarite, non si ripeterà.
Ho visto chiaramente la luce e mi muovo verso essa
smuovo una valanga di emozioni cercando la felicità
lasciato a me stesso, guidato dagli istinti in un mondo crudele
in cui il più forte mangia il più debole appena questo compie un errore.
Tutti sapete quant'è difficile quand'è vuoto
perciò la mia umanità, il mio sindacato, è la mia forza
la libertà della mia gente è così lontano
ma non perdo la speranza
finchè la verità si fa spazio tra le file.
Come se avessi sognato per tutta la vita e ora mi svegliassi
questa è la mia terra, questa non è la mia gente
Dicono: "Non hai che cercare qui, meglio se stai calmo,
perché qui il cadì* ti querela, qui il cadì ti giudica".
Vedo cimiteri profanati, non rispettano nemmeno i morti
vedo case incendiate, guardo chiese incendiate.
Dicono: "Guarda la nostra forza -noi siamo invincibili"
chiedo: "Sapete di Dio?"
dicono: "Una forza non prega Dio"
Badate, su questo campo si sono spezzate lance
l'ortodossia nei serbi, una fede indissolvibile
perché la terra ha cibato questo, questo ha partorito la madre
questo la forza ha protetto, questo la fede ha guidato
rit. 2x
Nessuno può sapere
cosa sussurra il vento
nessuno piò sapere
cosa porta il fulmine al ciel sereno
si sta preparando la tempesta
sopra il ghetto cade la stella
il mio desiderio, la mia ansia
stanotte è questa terra
Il 2004. sta passando, le prigioni sono ancora piene di mia gente
nell'antica terra usurpatori, una mano estranea stabilisce l'ordine, segni infernali
il trasportatore sulla barricata ci obbliga
a stare in disparte senza movimenti bruschi
e figuriamoci averli nell'obbiettivo
mentre bevono e sparano come matti sulla nostra eredità
sono venuti da un posto in tanta figa per fregare qualcosa
della nostra povertà
e chi ci difenderà?
La mia gente ancora non è libera
quella sensazione che siano senza salvezza, perseguita come un incubo.
E i politici che sono venuti hanno venduto tutto ai nemici
e qui in parlamento stanno a parlare di quanto
hanno auitato Dio sa quanto.
Belgrado non sa delle sofferenze di quei pochi che sono rimasti
ma è possibile che inseguendo una vita migliore
siamo diventati così freddi in una notte?
Le campane suonano nel panico, la bomba cade sul monastero
serbi, non lasciate che l'avidità ci divida nella nostra difficoltà
Noi forse siamo dinosauri, quella specie che se ne va
e viviamo nei nostri sogni in cui
nessuno può sconfiggerci
e non c'è luogo comune che possa descrivere il dolore
io scendo di nuovo giù
se c'è bisogno sarà il sangue a parlare
rit.
Tra il bunker e lo sniper la libertà è la prigione
di fianco al trasportatore nel parco la vita è uno sforzo.
Seguo i movimenti altrui, questo è un processo alle vittime
noi abbiamo bisogno di svegliarci
basta con le menzogne e le torture!
Dietro l'Ibar, come linee, le celle sono piene di nostri
qui sono unite tutte le leghe infernali
e riconosco i miei nel blocco dalla lacrima nell'occhio
e quelli che possono restano in piedi, malgrado il dolore.
I cobra albanesi ci mordono le gambe mentre camminiamo
e il veleno nel sangue richiama chiaramente alla battaglia
perché il desiderio di rubare tutto ciò che di più caro c'è
mi rimanda una saliva amara in bocca,
come quando gli stranieri mi arrestano e mi mettono i cani contro
per spaventarmi legato mentre mi tengono insonne
ma io non so cedere, mi infastidisce solo
il fatto che, serbi, QUESTO E' NOSTRO,
grido mentre sopporto dolori tremendi, mentre mi strappano dalle mani la mia terra, la mia fatica
il mondo vuole prendermi il prato impregnato di sangue
e distruggere il successo
le ossa dei miei avi, le reliquie dei miei santi
lasciarvi, io non ve le cedo
perché per i figli a nessuno è concessa la resa.
Ora attendo da solo sul ponte il vostro nuovo arrivo
Alban no pasaran, con i serbi o da solo!
rit.