Caro Gennaro...
grazie per la lua lettera affettuosa
con la quale mi dici di tornare a Napoli;
ma ormai di ritornare non è più cosa. (1)
Tu lo sai se io sono o no napoletano,
ma non mi posso muovere da Milano.
La nebbia? Ah, se tu sapessi che cosa è la nebbia:
quando sono con la mia fidanzata
camminiamo abbracciati in quest'acqua e anice (2)
e ci baciamo per ore in mezzo alla strada.
I maccheroni?
E anche qui ci sono,
non mancano mai e in questo paese
c'è una specialità, che spesso cucinano
e la chiamano "il risotto alla milanese".
Caro Gennaro,
quando, stando a braccetto con la mia biondina,
io le parlo del cielo e del mare di Napoli,
allora mi prende una grande malinconia.
Allora vorrei tornare, a baciare qualcuno,
ma a Napoli non ho più nessuno...
(strumentale)
Terrone? Embè, che cos'è, mi posso offendere...
Dice la gente: "Sei un simpaticone!".
E allora, se sono terrone e sono simpatico,
vuol dire che a loro piacciono... "il terrone".
Io ti saluto, baciami questo mare
e di a questa città che io verrò ancora:
appena disporrò dei mezzi per sposarmi,
verrò a presentarle... la mia signora!