Un ventidue settembre te ne sei andata al diavolo
E da allora, ogni anno, alla suddetta data
Ho bagnato il mio fazzoletto, in ricordo di te...
Adesso eccoci di nuovo, ma resto di pietra
Non una sola lacrima alle mie palpebre:
Oggi, ventidue settembre, io me ne sbatto.
Non si vedrà più, nella stagione delle foglie morte,
Quest'anima in pena che mi somiglia e che porta
Il lutto di ogni foglia, in memoria di te;
Che il coraggioso Prévert e le sue chiocciole
Vogliano scusarmi per il funerale delle foglie:1
Oggi, ventidue settembre, io me ne sbatto.
Prima aprivo le braccia come un paio d'ali
Salivo fino in cielo per seguire la rondine
E mi rompevo le ossa, in memoria di te;
Il complesso d'Icaro oggi mi abbandona
La rondine che parte non farà più autunno:
Oggi, ventidue settembre, io me ne sbatto.
Devotamente legato con un pezzo del tuo pizzo
Tenevo sulla finestra un mazzo di crisantemi2
Che innaffiavo di lacrime, in ricordo di te...
Adesso li offrirò al primo morto che passa
I rimpianti eterni oggi non mi toccano più:
Oggi, ventidue settembre, io me ne sbatto.
Ormai quel poco di cuore che mi resta
Non attraverserà più il funesto equinozio
Dando i numeri, in ricordo di te...
Ha sputato fuori la sua fiamma e le ceneri si stanno spegnendo
Ci si potrebbero arrostire al massimo quattro castagne:
Oggi, ventidue settembre, io me ne sbatto.
Ed è triste non essere più triste senza di te.
1. Allusione alla poesia di Prévert "Canzone delle due chiocciole che vanno al funerale" di una foglia morta, ma sono così lente che, quando arrivano, è già primavera e le foglie sono tutte resuscitate.2. Gli "immortelles" possono essere anche altri fiori, oltre i crisantemi.