Cavalcando leoni di pietra
li guidava una mano sicura
li guidava ridendo
sull'acqua trasparente di bianche fontane
Cavalcavo su fogli di carta
li guidava una voce sicura
li guidava leggera
nel sonno trasparente di bianche visioni
Finché un giorno poi cambiò quella mano
tu non sai più portarmi lontano
la tua voce da uomo già vinto
mi trascina dentro il tuo labirinto
Labirinto di ipocrite scuse
dopo gelide notti deluse
tu mi vuoi
candido fiore di serra
verde pascolo nella tua terra
Giardinerie appassito nel cuore
vecchio pazzo malato d'amore
tieni sempre le solite cose
come un mazzo di splendide rose