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La vispa Teresa [English translation]
La vispa Teresa [English translation]
turnover time:2024-11-27 18:07:12
La vispa Teresa [English translation]

La vispa Teresa

avea tra l’erbetta

a volo sorpresa

gentil farfalletta

e tutta giuliva

stringendola viva

gridava a distesa:

“L’ho presa! L’ho presa!”.

A lei supplicando

l’afflitta gridò:

“Vivendo, volando

che male ti fò?

Tu sì mi fai male

stringendomi l’ale!

Deh, lasciami! Anch’io

son figlia di Dio!”.

Confusa, pentita,

Teresa arrossì,

dischiuse le dita

e quella fuggì.

~ ~ ~

Se questa è la storia,

che sanno a memoria

i bimbi di un anno,

pochissimi sanno

che cosa le avvenne

quand’era ventenne!

Un giorno di festa

uscendo di chiesa,

la vispa Teresa

si alzava la vesta

per farsi vedere

le calze chiffonne,

ché a tutte le donne

fa tanto piacere.

Armando il pittore,

vedendola bella,

le chiese il favore

di far da modella.

Teresa arrossì

ma disse di sì.

“Verrete?” “Verrò:

ma badi però…!”

“Parola d’onore!”

rispose il pittore.

Il giorno seguente,

Armando, l’artista,

stringendo furente

la nuova conquista,

gridava a distesa:

“T’ho presa, T’ho presa!”

A lui supplicando

Teresa gridò

“Su, su, mi fa male

la spina dorsale,

mi lasci ché anch’io

son figlia di Dio…"

“Se ha qualche programma

ne parli a la mamma…”

A tale minaccia

Armando tremò,

dischiuse le braccia…

ma quella restò.

Perduto l’onore,

sfumata la stima,

la vispa Teresa

più vispa di prima,

per niente pentita,

per niente confusa,

capì che l’amore

non è che una scusa.

Per circa tre lustri

fu cara a parecchi:

fra giovani e vecchi,

fra oscuri ed illustri,

la vispa Teresa

fu presa e ripresa.

Contenta e giuliva

soffriva e s’offriva.

(La donna che soffre

se apostrofa l’esse

ha tutto interesse

di dire che s’offre).

Ma giunta ai cinquanta,

con l’anima affranta,

col viso un po’ tinto,

col resto un po’ finto

per torsi d’impaccio

dai prossimi acciacchi,

apriva uno spaccio

di sale e tabacchi.

Un giorno un cliente,

chiedendo un toscano

le porse la mano,

così… casualmente:

Teresa la prese,

la strinse e gli chiese:

“Mi vuole sposare?

Farebbe un affare!”

Ma lui, di rimando,

rispose: “No, no!…

Vivendo fumando

che male ti fo?”

Confusa e pentita

Teresa arrossì,

dischiuse le dita

e quello fuggì.

Ed ora Teresa,

pentita davvero,

non ha che un pensiero:

d’andarsene in chiesa.

Con l’anima stracca

si siede e stabacca,

offrendo al Signore

gli avanzi di un cuore

che batte la fiacca.

Ma spesso fissando

con l’occhio smarrito

la polvere gialla

che resta sul dito,

le sembra il detrito

di quella farfalla

che un giorno ghermiva

stringendola viva.

Così, come allora,

Teresa risente

la voce innocente

che prega ed implora:

“Deh! Lasciami! Anch’io

son figlia di Dio!”

“Fu proprio un bel caso!

- sospira Teresa,

fiutando la presa

che sale nel naso -

Se qui non son lesta

mi scappa anche questa!”

E fiuta e rifiuta,

tossisce e sternuta:

il naso è una tromba

che squilla e rimbomba

e pare che l’eco

si butti allo spreco…

Fra un fiotto e un rimpianto,

tra un soffio e un eccì!

la vispa Teresa…

lasciamola lì.

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Trilussa
  • country:Italy
  • Languages:Italian (Roman dialect), Italian
  • Genre:Poetry
  • Wiki:https://it.wikipedia.org/wiki/Trilussa
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