Ma un mattino, come obbedendo a una musica strana
Cominciammo a pensare al profumo di una terra lontana
Pieni d'illusioni, finalmente andavamo via
A scaldarci al vino dolce dei chilometri, su ogni ferrovia
Potrei raccontarvi delle cose su Giovanna Labbromorto
Del periodo in cui si è stati insieme, il '58
Quando ci si amava fin dentro le ossa
E la pasta ai ceci e il minestrone
Le lunghe passeggiate all'immondezzaio comunale
A cercare abiti colorati da indossare
O le poesie scritte con il rossetto sui tram
O quel brutto figlio che abbiamo bruciato dentro la stufa
Primi che partissi per il militare
Giovanna Labbromorto era un po’ brutta, ma a me piaceva
Perché scopriva tutto l'amore dalle giornate
E inventava grandi uomini stupendi
Che regalava alle amiche, ridendo
E poi andava con qualche camionista
Con il sacchetto di mele e
La schiena bianca piena di cicatrici
Non serviva, non ha importanza
Era bello perché dopo era gonfia di idee
E continuava il gioco del nostro amore malato
Giovanna Labbromorto usciva solo quando c’era la luna piena
Quando la gente cade in ginocchio e scoppiano in silenzio i limoni
E allora si parlava
Su una vita da vivere finalmente tutta intera
Si parlava su tutti i furti compiuti nei supermercati
Per i dolci buoni e la bellissima auto rubata al direttore del liceo
Quel sabato che voleva andare in campagna e invece ci andammo noi
Con la voglia d’amore fino a sanguinare
E le bottiglie del suo buon vino
Giovanna Labbromorto un giorno rimase senz’acqua
Senz’acqua negli occhi
Senz’acqua nei reni
Senz’acqua lungo tutta la carne
Lo si vedeva benissimo quel corpo senza sugo:
Il seno accennato e appena un po’ di fianchi
Il maglioncino logoro e la pelle trasparente
Finita, finita dentro una camera ammobiliata
Più brutta del solito, così sporcata di lacrime
E gli occhi sfondati dal buio
E così Giovanna Labbromorto finì, lasciando un fracasso di stelle
Dentro un corpo, un metro e settanta, su un letto sudato
E una lunga fila di camionisti e direttori di liceo
Vennero a vedere, a toccare le dita così finte
A cercare diamanti dentro quel fango, tutti molto tristi
Ma io, stando un po’ male e spaventato da quell'amore così immobile
La vestii bene di bianco e bruciai tutto dentro la stufa