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La veglia: autoritratto dentro stanze elettroniche lyrics
La veglia: autoritratto dentro stanze elettroniche lyrics
turnover time:2024-12-20 17:41:22
La veglia: autoritratto dentro stanze elettroniche lyrics

L'alba entra dalla finestra e io la guardo dal mio letto

Mi alzo, vado in bagno, mi guardo allo specchio e rifletto

Una sirena, all'improvviso, riempie il cielo con unghiate di suono

Si va, si va dentro le fabbriche forgiati nel medesimo abbandono

Poi alle cinque torno con Piero, oggi ride perché è la sua festa

Per la prima volta, giù alla mensa, ha rifiutato il cibo, in segno di protesta

Aspettiamo in un bar che venga la notte, con le sue promesse di tenerezza

Anche se in fondo agli occhi più non riusciamo a nascondere la stanchezza

Poi ecco la notte farsi avanti, accordando i suoi dolci strumenti

Le balere, i cabaret sghignazzano nel buio, promettendo nuovi divertimenti

Incontro Giovanna, stropicciata contro un muro, dentro la sua lucida miseria

Vado in giro a cercare quelle donne che non mi hanno voluto per la mia cattiveria

Mio padre lavora giù al mercato per gli ebrei, lucida le loro casseforti

Giù in piazza la radio della polizia ha intercettato una trasmissione per i morti

L'assassino si toglie la parrucca e la maschera, che lo rendevano tanto bello

Nel ripostiglio di un benzinaio, al buio, si affila già un altro coltello

È notte, tu dormi nel mio letto con un uomo

Ho un gusto acido di lacrime dentro la bocca

Entro dentro cattedrali enormi, devastate da simboli nazisti

E scopro che in ginocchio sulle panche ci sono ladri, acrobati e musicisti

Stringono fra le mani coltelli e carabine, ma sono arrivati troppo tardi

Cavalli, dentro la sagrestia, mangiano oro zecchino, aprono casse di petardi

Le fabbriche delle armi vanno, di notte e di giorno, ad un ritmo frenetico

Gli operai bendati imparano a memoria un canto cibernetico

Le palestre sono aperte e dentro fascisti adolescenti lavano armi e croci

Il grammofono della morte grida nelle mie pareti, ma io non risponderò mai alle sue voci

Dentro le fogne, sotto il marciapiede bagnato, la gente scorre verso il mare

Giovanna ascolta, con nel cuore la certezza che non ce la faremo mai ad arrivare

Mentre le dormo accanto, con la luce accesa e il vino che trabocca

Sento Piero piangere nell'ascensore e ho un nodo in fondo alla bocca

Quel cappotto pieno di stelle, che mi han regalato, non serve a niente, mi fa solo paura

Ora il cielo è caduto sul pavimento e manda un odore putrido di risciacquatura

Scoppiano le strade, in mezzo ai quartieri, la finestra non si può aprire

Perché arriva una giornata feroce, la gente è pronta a impazzire

È notte, tu dormi nel mio letto con un uomo

Ho un gusto acido di lacrime dentro la bocca

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Emilio Locurcio
  • country:Italy
  • Languages:Italian
  • Genre:Progressive rock, Singer-songwriter
  • Official site:https://ilmanifesto.it/un-destino-amaro/
Emilio Locurcio
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