È la soggettiva del pollo arrosto
Che senza testa pensa più di prima
La sua coscienza rimane sveglia
Giudica tutto quello che passa
(È) la soggettiva del pollo arrosto
Che guarda il mondo mentre si gira
Tra le ditate degli affamati
Che ormai si leccano la vetrina
(È) già mezzogiorno con le patate
Dell'altro ieri resuscitate
Dal forno
È sopravvissuto ai meteoriti
Ai pesticidi, alle polmoniti
Agli uragani, agli attentati
E anche alla lama che lo trapassa
(È) la soggettiva del pollo arrosto
E va da questo a quel marciapiede
Dove i segnali appesi ai pali
Hanno le scritte metà in cinese
(È) venuta l'ora della sua resa
Calata l'ombra l'insegna è accesa
Sul niente
Sul niente
Non ha bisogno di avere il ciak
Per dare inizio a una realtà
Che ha protagonisti inconsapevoli di esserlo
Non c'è nemmeno necessità
Di effetti speciali in questa città
Perché c'è già abbastanza agitazione e panico
Da vincere un Oscar
È la prospettiva che si ribalta
Nella clessidra appesa con lo spago
Scende giù in fretta il filo di sabbia
Per la strettoia il tempo scivola
Non ha memoria del suo passato
Ma sa che fine indegna lui farà
Se per controllo viene ispezionato
La coscia destra è sotto la norma
(È) la soggettiva del pollo arrosto
E va da questo a quel marciapiede
Nel paradiso dei fumatori
E dei polmoni trattati bene
(È) venuta l'ora della sua resa
Calata l'ombra l'insegna è accesa
(È)
(È) venuta l'ora della sua resa
Calata l'ombra l'insegna è accesa
Sul niente
Sul niente
Non ha bisogno di avere il ciak
Per dare inizio a una realtà
Che ha comparse inconsapevoli di esserlo
Non c'è nemmeno necessità
Di effetti speciali in questa città
Perché c'è già abbastanza agitazione e panico
Da vincere un Oscar
(È) la soggettiva del pollo arrosto
Che senza testa pensa più di prima
La sua coscienza rimane sveglia
Giudica tutto quello che passa