Il viandante arriva sulla scia del fuoco
Il viandante ha una ferita, ma è roba da poco
È sottilissima, quasi non sanguina
E sulle labbra lascia polvere di guai
Come un Dio viziato siede al tavolino
E perde dalla bocca gocce di mattino
Che si separano, che si allontanano
Come le anime costrette a non voltarsi mai
E poi, con le mani come artigli
Strappa il veltro della sera
Sveglia i miei demoni
Brinda ai miei angeli
Rimane lì
Il viandante gioca come il ladro del mio sogno
E saccheggia la mia notte quasi come fosse il giorno
Ha una ferita nuova che non rimargina
E tra le dita il mercurio dei suoi guai
Bussano alla porta, questa volta chiudo gli occhi per vedere
Ed ordino al silenzio di tacere
Per non nascondermi, per non confondermi
Per non sorprendermi di più
E poi resta la polvere dei guai
Come traccia del cammino
Sciolgo i miei demoni
Blindo i miei angeli
E vado via