La morte verrà all’improvviso,
avrà le tue labbra e i tuoi occhi,1
ti coprirà d’un velo bianco,
addormentandosi al tuo fianco.
Nell’ozio, nel sonno, in battaglia,
verrà senza darti avvisaglia:
la morte va a colpo sicuro,
non suona il corno né il tamburo.
Madonna che in limpida fonte
ristori le membra stupende,
la morte non ti vedrà in faccia:
avrà il tuo seno e le tue braccia.
Prelati, notabili, e conti,
sull’uscio piangeste ben forte:
chi ben condusse sua vita,
male sopporterà sua morte.
Straccioni che senza vergogna
portaste il cilicio o la gogna,
partirvene non fu fatica
perché la morte vi fu amica.
Guerriero che in punta di lancia,
dal suolo d’Oriente alla Francia,
di strage menasti gran vanto
e fra i nemici il lutto e il pianto,
di fronte all’estrema nemica
non vale coraggio o fatica,
non serve colpirla nel cuore
perché la morte mai non muore.
1. Il verso richiama la raccolta di poesie Verrà la morte e avrà i tuoi occhi di Cesare Pavese.