Lei comincia a divincolarsi
Ma i suoi sforzi rendono più sensibile la sua debolezza e
Nello stesso tempo fanno ondulare il suo corpo contro il mio
Ora la trascino verso la camera
Ma strada facendo mi fermo un po' pe obbligarla a stringersi di
Nuovo contro di me
In modo da sentire bene il tenero strofinio dei
Suoi seni attraverso la seta sgualcita della camicia
Poi sempre tenendola
Costringo la piccina a inginocchiarsi sul copriletto
Le immobilizzo i polsi dietro la schiena con una sola mano che preme
Contro l'incavatura della vita e la
Schiaffeggio più volte senza fretta
Lei sa che ha bisogno di una punizione
Dopo le accarezzo la bocca con le mani e anche le labbra
Ma siccome non si dimostra compiacente quanto
Voglio la schiaffeggio ancora senza spiegazioni
Punita per la seconda volta mi bacia senza reticenza
Allora la faccio stendere servile sottomessa, a pancia in giù
E' la posizione che preferisco
Ferma cara, indifesa
Le faccio risalire la camicia e le spingo giù i pantaloni dolcemente
Con la punta delle cinque dita
Sfioro la pelle nei punti in cui é più
Delicata, non tanto per interessare la prigioniera
Non tanto per interessare la prigioniera
Questo pensiero rischia di farmi sfuggire l'immagine
Non tanto per interessare la prigioniera
Accendo la luce, e guardo il cuscino
La prigioniera
Ecco cosa c'é di bello nella masturbazione
Non c'è alcun bisogno di preoccuparsi per l'altra persona
Però guai a distrarsi eh, guai
Devi essere un tutto unico, testa, e tutto
I ragionamenti intermedi sono fallimentari
Fra la tensione del pensiero e il corpo non deve esistere, niente
La masturbazione, è la prima forma di interezza sai?
E non solo quello
Nessuno ha mai parlato di questo modo di amare
Ma ti rendi conto?
In due, sempre in due, oppure in tanti, che stronzata in tanti
L'amore in uno è il più perfetto, non ha mai sfasature, è
L'unico amore in cui una persona faccia
Veramente i conti con il proprio sesso
Purtroppo, non lo si può raccontarlo
A nessuno il proprio sesso, diciamolo
Quanto sia acuto, profondo, illimitatamente libero
Si deve andare fino in fondo
Fino alle oasi più vergognose, che sono poi quelle più vere
Mi fanno ridere quelli che la chiamano, disperata solitudine
Ah, ah, ah, è una scienza privata e universale dai
È il rilancio dell'individuo
Ti libera dall'untuosa ideologia del sociale
Ti libera dai sofismi della conservazione
Della specie e ti porta verso l'immagine pura
È il più alto dovere dei poeti, o la capisci o non la capisci, o
Ce l'hai o non ce l'hai,
Non ci si può accedere con la logica
È una verità del cuore come la mamma come la patria
Beh si, mi sono esaltato
E ho perso la concentrazione, va be', fumiamo, và
Guarda che casino che c'è in giro
Cicche cartacce, camice sporche, lenzuola che disastro!
Però è bello tornare a casa la sera
Da soli, infilarsi sotto le coperte
E sapere già come andrà a finire
Ritardare, i piaceri vanno sempre ritardati
Quasi quasi questa sera resisto, così domani è anche più bello
Dicono che faccia male, anche quella li non l'ho mai capita
Ma chissà quanti saranno quelli che a quarant'anni, da soli
Non lo saprò mai
E chi te lo racconta dai, da piccoli si, ma a quarant'anni
Non so se dormire o tornare ai miei filmini
Dunque, lei era prigioniera
Era prigioniera con le mani incatenate dietro la schiena, no
Le catene non c'erano, ecco a me sono i dettagli che mi fregano
L'ho persa, ecco, non la vedo più
La Lucianina non mi va più bene la Lucianina, strane cose
Probabilmente è il pensiero che diventa
Debole, e quando il pensiero si indebolisce
Eh eh eh
Già, ma chissà quanti saranno quelli che a quarant'anni
No sarei curioso di sapere che tipo di tecnica
Secondo me esistono due tendenze si, quelli della donna astratta
Stupenda, completamente inventata
Piena di fianchi, di cosce, di tette
No no, io più sono realista, si, non importa che sia bellissima
Deve essere vera, ecco, la devi capire, psicologicamente, e si
Perché cos'è poi un culo, si
E non si conosce profondamente il proprietario?
Non è niente dai, non è niente, è un oggettone
Le donne che scelgo per
Se lo sapessero, voglio dire, le mie donne insomma
Sono quelle che incontro tutti i giorni, si
Quelle di cui conosco la madre il fratello il cugino, il marito
Ummm quelle sposate, le mogli degli amici stupendo
Le faccio parlare proprio con la loro voce si sono precisissimo
Nell'immaginare i gesti, ognuna il suo carattere
Mai, mai far fare cose che loro non farebbero, mai
Magari che non hanno mai fatto
Ma che io so che farebbero, con me le farebbero sì!
Guarda la Barbara per esempio, come la odio la Barbara
Dice che è timida, tipico, dice che ha vergogna del suo corpo
Tipico, ha vergogna del suo corpo e mette su delle gonne che si
Incollano al culo, va bene
Ha il culo piccolo, lo ammetto, ma si vede di più eh
Che fai ti incazzi?
Si mi incazzo, mi incazzo perché sono realista
E intanto la Barbara mi va via, mi svapora
Mi si indebolisce il pensiero
Mi si in intreccia con la Cornelia, la Cornelia?
La Cornelia è tutto un altro tipo
è isterica fredda come il ghiaccio, aristocratica
Mai un gesto fuori di posto, tutta dentro, tutta dentro
Bisognerebbe smuoverla
Bisognerebbe smuoverla tutta controllata
Piena di dignità, sarebbe bello vederla fondere
Sarebbe bello vederla fondere
Ti scavo nel cervello, Cornelia, te lo tirannizzo così così!
Basta, basta, è come
Uno schifoso guazzabuglio di pensieri che si scioglie eh
è una cascata di sintomi di delirio che gocciolano da tutte le parti
Basta, che miseria
Ora bisogna abbandonarsi, e dormire più che si può
Dormire
Si crede sempre che sia il fondo dello squallore quello che si è
Toccato, chissà se esistono delle forze per andare più giù, de
Lle strane forze, e la prossima volta scendere più in basso
C'è un momento in cui si è veramente soli, q
Uando si arriva in fondo a ciò che siamo di orrendo, di squallido
Ma in fondo, proprio in fondo in fondo
Il dolore stesso non mi risponde più
Gli occhi sono asciutti perché lì c'è il deserto
Strano, non c'è neanche il dolore nella
Solitudine quella vera, gli occhi sono asciutti
Allora bisogna risalire da quel fondo
Ini
Non c'è niente da fare
Bisogna ritornare con gli uomini, anche per piangere