Io sognavo
Me ne stavo sui tetti
A studiare nuove rotte di volo
Per delle intrepide damigelle di Numidia
Tu arrivasti
Dal regno della maglia
Vendevi gomitoli per animali domestici
Ci incontrammo a casa di falsari vestiti bene
Io ero un po’ stretto d'anca e giocavo di giacca
E tu avevi le caviglie sbagliate nelle scarpe sbagliate
E giocavi più di gonna, più di orlo
Che di ginocchio
Per molte volte già
Avevo guardato
Le ginocchia di donna in azione, ma
Era un modo come un altro
Per sbirciare di sbieco la vita
Per molte volte già
Avevo guardato
Come il cavaliere di Vittorio Veneto in un caffè a Bordighera
Guarda l'orizzonte del mare e gli pare infinito
E per un attimo sogna un'altra Savoia
Ma la tazzina gli cade
Gli sporca il paltò
Arrossisce, si scusa
E si dilegua nella strada muta
Tu giocavi più di gonna, più di orlo
Che di ginocchio
E io guardavo il tuo lembo a punto basso
E chissà perché
Mi sembrava l'estremo inizio dell'amore
Io guardavo quel margine di seta
Che nascondeva tutto
Il tuo ventre, i tuoi fianchi
Ed anche le tue parole
Si perdevano
Nel gorgo magico delle mie illusioni
L'estremo inizio dell'amore
Perché sentivo il cuore andare fuori tempo
Con il suo ritmo, io
Io, mi stavo perdendo
In quella tua nebbia di seta
Mi stavo perdendo
Per poi ritrovarmi
Ritrovarmi davanti a te
Al tuo orlo che, levandosi come una foschia
Lascia un'alba immaginaria ai raggi del sole
Alle tue braccia
Che mi stringeranno dentro nella carne della vita
Io, io ero stato con una gonna
E forse si notava perché
Perché la città si era fermata
E mi osservava come stupefatta, io
Di nascosto ero stato
Con la tua gonna, io
Io c'ero stato
Mentre tu mi parlavi di una rara serie di gomitoli
Ma non mi ricordo più il nome, e poi
E poi, m'è scappato...