In soffitta
(Ampia finestra dalia quale si scorge una distesa di
tetti coperti di neve. A destra un camino. Una tavola,
un letto, quattro sedie, un cavalletto da pittore con
una tela sbozzata: libri sparsi, molti fasci di carte.
Rodolfo guarda meditabondo fuori della finestra.
Marcello lavora al suo quadro "Il passaggio del Mar
Rosso", colle mani intirizzite dal freddo e che egli
riscalda alitandovi su di quando in quando.)
MARCELLO
Questo Mar Rosso mi ammollisce
e assidera come se addosso
mi piovesse in stille.
Per vendicarmi affogo un Faraon.
(a Rodolfo)
Che fai?
RODOLFO
Nei cieli bigi
guardo fumar dai mille
comignoli Parigi,
e penso a quel poltrone
d'un vecchio caminetto ingannatore
che vive in ozio come un gran signor.
MARCELLO
Le sue rendite oneste
da un pezzo non riceve.
RODOLFO
Quelle sciocche foreste
che fan sotto la neve?
MARCELLO
Rodolfo, io voglio dirti
un mio pensier profondo:
ho un freddo cane.
RODOLFO
Ed io, Marcel, non ti nascondo
che non credo al sudor della fronte.
MARCELLO
Ho ghiacciate le dita
quasi ancora le tenessi immollate
giù in quella gran ghiacciaia
che è il cuore di Musetta.
(Lascia sfuggire un lungo sospirone, e tralascia di dipingere.)
RODOLFO
L'amore è un caminetto che sciupa troppo...
MARCELLO
E in fretta!
RODOLFO
Dove l'uomo è fascina.
MARCELLO
E la donna è l'alare...
RODOLFO
L'uno brucia in un soffio...
MARCELLO
E l'altro sta a guardare!
RODOLFO
Ma intanto qui si gela!
MARCELLO
E si muore d'inedia!
RODOLFO
Fuoco ci vuole...
MARCELLO
(afferrando una sedia)
Aspetta...sacrifichiam la sedia!
(Rodolfo impedisce l'atto di Marcello. Ad un tratto dà
un grido di gioia.)
RODOLFO
Eureka!
MARCELLO
Trovasti?
RODOLFO
Sì. Aguzza l'ingegno.
L'idea vampi in fiamma.
MARCELLO
(additando il suo quadro)
Bruciamo il Mar Rosso?
RODOLFO
No. Puzza la tela dipinta.
Il mio dramma...
L'ardente mio dramma ci scaldi.
MARCELLO
Vuoi leggerlo forse? Mi geli.
RODOLFO
No, in cener la carta si sfaldi
e l'estro rivoli ai suoi cieli.
Al secol gran danno minaccia...
È Roma in periglio...
MARCELLO
Gran cor!
RODOLFO
A te l'atto primo!
MARCELLO
Qua.
RODOLFO
Straccia.
MARCELLO
Accendi.
(Rodolfo accende quella parte dello scartafaccio
buttato sul focolare. Poi i due amici prendono delle
sedie e seggono, riscaldandosi voluttuosamente.)
RODOLFO e MARCELLO
Che lieto baglior.
(Si apre la porta ed entra Colline, gelato, battendo i
piedi. Getta sulla tavola un pacco di libri.)
COLLINE
Già dell'Apocalisse appariscono i segni.
In giorno di Vigilia non si accettano pegni!
(sorpreso)
Una fiammata!
RODOLFO
Zitto, si dà il mio dramma...
MARCELLO
...al fuoco.
COLLINE
Lo trovo scintillante.
RODOLFO
Vivo.
MARCELLO
Ma dura poco.
RODOLFO
La brevità, gran pregio.
COLLINE
Autore, a me la sedia.
MARCELLO
Questi intermezzi
fan morir d'inedia.
Presto!
RODOLFO
Atto secondo.
MARCELLO
Non far sussurro.
COLLINE
Pensier profondo!
MARCELLO
Giusto color!
RODOLFO
In quell'azzurro guizzo languente
sfuma un'ardente scena d'amor.
COLLINE
Scoppietta un foglio.
MARCELLO
Là c'eran baci!
RODOLFO
Tre atti or voglio d'un colpo udir.
(Getta al fuoco il resto del manoscritto.)
COLLINE
Tal degli audaci l'idea s'integra.
TUTTI
Bello in allegra vampa svanir.
(La fiamma diminuisce.)
MARCELLO
Oh! Dio...già s'abbassa la fiamma.
COLLINE
Che vano, che fragile dramma!
MARCELLO
Già scricchiola, increspasi, muore.
COLLINE e MARCELLO
Abbasso, abbasso l'autor!
(Dalla porta entrano due garzoni, portando l'uno
provviste di cibi, bottiglie di vino, sigari, e l'altro un
fascio di legna. Al rumore i tre innanzi al camino si
volgono e con grida di meraviglia si slanciano sulle
provviste.)
RODOLFO
Legna!
MARCELLO
Sigari!
COLLINE
Bordò!
RODOLFO
Legna!
MARCELLO
Bordò!
TUTTI
Le dovizie d'una fiera
il destin ci destinò...
(I garzoni partono. Schaunard entra con aria di trionfo,
gettando alcuni scudi a terra.)
SCHAUNARD
La Banca di Francia
per voi si sbilancia.
COLLINE
(raccattando gli scudi insieme agli altri)
Raccatta, raccatta!
MARCELLO
Son pezzi di latta!...
SCHAUNARD
Sei sordo?...sei lippo?
(mostrando uno scudo)
Quest'uomo chi è?
RODOLFO
Luigi Filippo!
M'inchino al mio Re!
TUTTI
Sta Luigi Filippo ai nostri piè!
(Schaunard vorrebbe raccontare la sua fortuna, ma gli
altri non lo ascoltano. Dispongono ogni cosa sulla
tavola e la legna nel camino.)
SCHAUNARD
Or vi dirò: quest'oro,
o meglio, argento
ha la sua brava istoria...
RODOLFO
Riscaldiamo il camino!
COLLINE
Tanto freddo ha sofferto!
SCHAUNARD
Un inglese...un signor...lord
o milord che sia, volea
un musicista...
MARCELLO
Via! Prepariamo la tavola!
SCHAUNARD
Io? Volo!...
RODOLFO
L'esca dov'è?
COLLINE
Là.
MARCELLO
Prendi. Qua.
SCHAUNARD
... e mi presento.
M'accetta, gli domando...
COLLINE
Arrosto freddo.
MARCELLO
Pasticcio dolce.
SCHAUNARD
... A quando le lezioni?
Mi presento, m'accetta,
gli domando: A quando le lezioni?
Risponde: "Incominciam...
guardare!" e un pappagallo
m'addita al primo piano.
Poi soggiunge: "Voi suonare
finché quello morire!"
RODOLFO
Fulgida folgori la sala splendida!
MARCELLO
Ora le candele.
SCHAUNARD
E fu così:
suonai tre lunghi dì...
Allora usai l'incanto
di mia presenza bella...
Affascinai l'ancella...
Gli propinai prezzemolo...
MARCELLO
Mangiar senza tovaglia?
RODOLFO
No: un'idea!
(Prende un giornale dalla tasca.)
MARCELLO e COLLINE
Il Costituzionali
RODOLFO
Ottima carta...
Si mangia e si divora un'appendice!
SCHAUNARD
Lorito allargò l'ali,
Lorito il becco aprì,
un poco di prezzemolo;
da Socrate morì!
COLLINE
(a Schaunard)
Chi?...
SCHAUNARD
Il diavolo vi porti tutti quanti...
Ed or che fate?
No! queste cibarie
sono la salmeria
pei dì futuri
tenebrosi e oscuri.
Pranzare in casa il dì della Vigilia
mentre il Quartier Latino le sue vie
addobba di salsiccie e leccornie?
Quando un olezzo di frittelle imbalsama
le vecchie strade?
Là le ragazze cantano contente...
TUTTI
La vigilia di Natal!
SCHAUNARD
Ed han per eco ognuna uno studente!
Un po' di religione, o miei signori:
si beva in casa, ma si pranzi fuor!
(Versano il vino. Poi bussano alla porta.)
BENOIT
(di fuori)
Si può?
MARCELLO
Chi è là?
BENOIT
Benoit.
MARCELLO
Il padrone di casa!
SCHAUNARD
Uscio sul muso.
COLLINE
Non c'è nessuno.
SCHAUNARD
È chiuso.
BENOIT
Una parola.
SCHAUNARD
(dopo essersi consultato cogli altri, va ad aprire)
Sola!
(Benoit entra.)
BENOIT
(mostrando una carta)
Affitto.
MARCELLO
Olà! Date una sedia.
RODOLFO
Presto.
BENOIT
Non occorre. Vorrei...
SCHAUNARD
Segga.
MARCELLO
Vuol bere?
BENOIT
Grazie.
RODOLFO e COLLINE
Tocchiamo.
SCHAUNARD
Beva.
(Benoit, posando il bicchiere, mostra la carta a
Marcello.)
BENOIT
Questo
è l'ultimo trimestre...
MARCELLO
E n'ho piacere...
BENOIT
E quindi...
SCHAUNARD
Ancora un sorso.
BENOIT
Grazie.
I QUATTRO
Tocchiamo. Alla sua salute!
BENOIT
(riprendendo con Marcello)
A lei ne vengo
perché il trimestre scorso
mi promise...
MARCELLO
Promisi ed or mantengo.
(Indica gli scudi sulla tavola.)
RODOLFO
(piano a Marcello)
Che fai?
SCHAUNARD
Sei pazzo?
MARCELLO
(a Benoit, senza guardare gli altri)
Ha visto? Or via,
resti un momento in nostra compagnia.
Dica: quant'anni ha,
caro Signor Benoit?
BENOIT
Gli anni...Per carità!
RODOLFO
Su e giù la nostra età.
BENOIT
Di più, molto di più.
(Gli riempiono il bicchiere.)
COLLINE
Ha detto su e giù.
MARCELLO
L'altra sera al Mabil
l'han colto in peccato d'amor.
BENOIT
Io?
MARCELLO
Al Mabil l'altra sera l'han colto...
Neghi?
BENOIT
Un caso.
MARCELLO
Bella donna!
BENOIT
(mezzo brillo)
Ah! molto!
SCHAUNARD poi RODOLFO
Briccone!
COLLINE
Seduttore!
Una quercia...un cannone!
RODOLFO
L'uomo ha buon gusto.
MARCELLO
Il crin ricciuto e fulvo.
Ei gongolava arzillo e pettoruto.
BENOIT
Son vecchio ma robusto.
COLLINE, SCHAUNARD e RODOLFO
Ei gongolava arzuto e pettorillo.
MARCELLO
A lui cedea
la femminil virtù.
BENOIT
Timido in gioventù,
ora me ne ripago.
Si sa, è uno svago
qualche donnetta allegra...e...un po'...
non dico una balena
o un mappamondo
o un viso tondo da luna piena,
ma magra, proprio magra, no, poi no!
Le donne magre son grattacapi
e spesso...sopraccapi...
e son piene di doglie...
per esempio...
...mia moglie!
(Marcello, fingendo indignazione, si alza; gli altri lo
imitano.)
MARCELLO
Quest'uomo ha moglie
e sconcie voglie ha nel cor!
GLI ALTRI
Orror!
RODOLFO
E ammorba, e appesta
la nostra onesta magion.
GLI ALTRI
Fuor!
MARCELLO
Si abbruci dello zucchero!
COLLINE
Si discacci il reprobo.
SCHAUNARD
È la morale offesa che vi scaccia!
BENOIT
Io di'...io di'...
GLI ALTRI
Silenzio!
BENOIT
Miei signori...
GLI ALTRI
Silenzio...via signore...
Via di qua! E buona sera
a vostra signoria! Ah! Ah! Ah!
(Benoit è cacciato fuori. Marcello chiude la porta.)
MARCELLO
Ho pagato il trimestre.
SCHAUNARD
Al Quartiere Latin ci attende Momus.
MARCELLO
Viva chi spende!
SCHAUNARD
Dividiamo il bottin!
GLI ALTRI
Dividiam!
(Dividono gli scudi.)
MARCELLO
(presentando uno specchio a Colline)
Là ci son beltà scese dal cielo.
Or che sei ricco, bada alla decenza!
Orso, ravviati il pelo.
COLLINE
Farò la conoscenza
la prima volta d'un barbitonsore.
Guidatemi al ridicolo
oltraggio d'un rasoio.
TUTTI
Andiam.
RODOLFO
Io resto per terminar
l'articolo di fondo
del Castoro.
MARCELLO
Fa presto.
RODOLFO
Cinque minuti. Conosco il mestier.
COLLINE
Ti aspetterem dabbasso dal portier.
MARCELLO
Se tardi udrai che coro.
RODOLFO
Cinque minuti.
SCHAUNARD
Taglia corta la coda al tuo Castor.
(Rodolfo prende un lume ed apre l'uscio. Gli altri
escono e scendono la scala.)
MARCELLO
(di fuori)
Occhio alla scala.
Tienti alla ringhiera.
RODOLFO
(alzando il lume)
Adagio.
COLLINE
È buio pesto.
SCHAUNARD
Maledetto portier!
COLLINE
Accidenti!
RODOLFO
Colline, sei morto?
COLLINE
(dal basso)
Non ancor.
MARCELLO
Vien presto.
(Rodolfo chiude l'uscio, pone il lume sulla tavola, e si
mette a scrivere. Ma straccia il foglio e getta via la
penna.)
RODOLFO
Non sono in vena.
(Bussano timidamente alla porta.)
Chi è là?
MIMÌ
(di fuori)
Scusi.
RODOLFO
Una donna!
MIMÌ
Di grazia, mi si è spento
il lume.
RODOLFO
(aprendo)
Ecco.
MIMÌ
(sull'uscio, con un lume spento in mano ed una chiave)
Vorrebbe...?
RODOLFO
S'accomodi un momento.
MIMÌ
Non occorre.
RODOLFO
La prego, entri.
(Entrando, Mimì è presa da soffocazione.)
Si sente male?
MIMÌ
No...nulla.
RODOLFO
Impallidisce!
MIMÌ
È il respir...quelle scale...
(Sviene e Rodolfo è appena a tempo di sorreggerla ed
adagiarla su una sedia, mentre dalle mani di Mimì
cadono e candeliere e chiave.)
RODOLFO
Ed ora come faccio?
(Va a prendere dell'acqua e ne spruzza il viso di lei.)
Così.
Che viso d'ammalata!
(Mimì rinviene.)
Si sente meglio?
MIMÌ
Sì.
RODOLFO
Qui c'è tanto freddo. Segga vicino
al fuoco.
(La conduce a sedere presso al camino.)
Aspetti...un po' di vino.
MIMÌ
Grazie.
RODOLFO
A lei.
MIMÌ
Poco, poco.
RODOLFO
Così.
MIMÌ
Grazie.
RODOLFO
(Che bella bambina!)
MIMÌ
(alzandosi)
Ora permetta
che accenda il lume.
Tutto è passato.
RODOLFO
Tanta fretta!
MIMÌ
Sì.
(Rodolfo accende il lume e glielo dà.)
Grazie. Buona sera.
RODOLFO
Buona sera.
(Mimì esce, poi riappare sull'uscio.)
MIMÌ
Oh! sventata, sventata!
La chiave della stanza
dove l'ho lasciata?
RODOLFO
Non stia sull'uscio:
il lume vacilla al vento.
(Il lume di Mimì si spegne.)
MIMÌ
Oh Dio! Torni ad accenderlo.
(Rodolfo accorre colla sua candela, ma avvicinandosi
alla porta anche il suo lume si spegne e la camera
rimane buia.)
RODOLFO
Oh Dio! Anche il mio s'è spento.
MIMÌ
Ah! E la chiave ove sarà?
RODOLFO
Buio pesto!
MIMÌ
Disgraziata!
RODOLFO
Ove sarà?
MIMÌ
Importuna è la vicina...
RODOLFO
Ma le pare!
MIMÌ
Importuna è la vicina...
RODOLFO
Cosa dice? ma le pare!
MIMÌ
Cerchi.
RODOLFO
Cerco.
(Cercano, tastando il pavimento colle mani.)
MIMÌ
Ove sarà?
RODOLFO
Ah!
(Trova la chiave, l'intasca.)
MIMÌ
L'ha trovata?
RODOLFO
No.
MIMÌ
Mi parve...
RODOLFO
In verità!
MIMÌ
Cerca?
RODOLFO
Cerco.
(Guidato dalla voce di Mimì, Rodolfo finge di cercare
mentre si avvicina ad essa. Poi colla sua mano incontra
quella di Mimì e l'afferra.)
MIMÌ
(sorpresa)
Ah!
(Si alzano. Rodolfo tiene sempre la mano di Mimì.)
RODOLFO
Che gelida manina!
Se la lasci riscaldar.
Cercar che giova?
Al buio non si trova.
Ma per fortuna
è una notte di luna,
e qui la luna l'abbiamo vicina.
Aspetti, signorina,
le dirò con due parole chi son,
chi son, e che faccio, come vivo.
Vuole?
(Mimì tace.)
Chi son? Chi son? Sono un poeta.
Che cosa faccio? Scrivo.
E come vivo? Vivo.
In povertà mia lieta
scialo da gran signore
rime ed inni d'amore.
Per sogni e per chimere
e per castelli in aria
l'anima ho milionaria.
Talor dal mio forziere
ruban tutti i gioielli
due ladri: gli occhi belli.
V'entrar con voi pur ora
ed i miei sogni usati,
ed i bei sogni miei
tosto si dileguar!
Ma il furto non m'accora
poiché, poiché v'ha preso stanza
la speranza.
Or che mi conoscete
parlate voi. Deh parlate.
Chi siete? Vi piaccia dir?
MIMÌ
Sì.
Mi chiamano Mimì,
ma il mio nome è Lucia.
La storia mia è breve.
A tela o a seta
ricamo in casa e fuori.
Son tranquilla e lieta,
ed è mio svago
far gigli e rose.
Mi piaccion quelle cose
che han sì dolce malia,
che parlano d'amor, di primavere,
che parlano di sogni e di chimere,
quelle cose che han nome poesia...
Lei m'intende?
RODOLFO
Sì.
MIMÌ
Mi chiamano Mimì.
Il perché non so.
Sola, mi fo il pranzo
da me stessa.
Non vado sempre a messa,
ma prego assai il Signor.
Vivo sola, soletta,
là in una bianca cameretta;
guardo sui tetti e in cielo.
Ma quando vien lo sgelo
il primo sole è mio,
il primo bacio dell'aprile è mio!
Il primo sole è mio.
Germoglia in un vaso una rosa,
foglia a foglia l'aspiro.
Così gentil è il profumo d'un fior.
Ma i fior ch'io faccio, ahimè,
i fior ch'io faccio,
ahimè non hanno odore.
Altro di me non le saprei narrare.
Sono la sua vicina
che la vien fuori d'ora a importunare.
SCHAUNARD
(dal cortile)
Ehi! Rodolfo!
COLLINE
Rodolfo!
MARCELLO
Olà! Non senti?
Lumaca!
COLLINE
Poetucolo!
SCHAUNARD
Accidenti al pigro!
(Rodolfo, impaziente, va alla finestra per rispondere.
Dalla finestra aperta entrano i raggi lunari,
rischiarando la camera.)
RODOLFO
Scrivo ancora tre righi a volo.
MIMÌ
Chi sono?
RODOLFO
Amici.
SCHAUNARD
Sentirai le tue.
MARCELLO
Che te ne fai lì solo?
RODOLFO
Non son solo. Siamo in due.
Andate da Momus, tenete il posto.
Ci saremo tosto.
MARCELLO, SCHAUNARD e COLLINE
Momus, Momus, Momus,
zitti e discreti andiamocene via.
Momus, Momus.
Trovò la poesia.
(Rodolfo volgendosi scorge Mimì avvolta come da un
nimbo di luce, e la contempla, estatico.)
RODOLFO
O soave fanciulla, o dolce viso,
di mite circonfuso alba lunar,
in te ravviso il sogno
ch'io vorrei sempre sognar!
MIMÌ
(Ah, tu sol comandi, amor!... )
RODOLFO
Fremon già nell'anima
le dolcezze estreme.
MIMÌ
(Tu sol comandi, amore!)
RODOLFO
Fremon nell'anima
dolcezze estreme, ecc.
Nel bacio freme amor!
MIMÌ
(Oh! come dolci scendono
le sue lusinghe al core...
Tu sol comandi, amor!)
(Rodolfo la bacia.)
No, per pietà!
RODOLFO
Sei mia!
MIMÌ
V'aspettan gli amici...
RODOLFO
Già mi mandi via?
MIMÌ
Vorrei dir...ma non oso.
RODOLFO
Di'.
MIMÌ
Se venissi con voi?
RODOLFO
Che? Mimì!
Sarebbe così dolce restar qui.
C'è freddo fuori.
MIMÌ
Vi starò vicina!
RODOLFO
E al ritorno?
MIMÌ
Curioso!
RODOLFO
Dammi il braccio, o mia piccina...
MIMÌ
Obbedisco, signor!
RODOLFO
Che m'ami...di'...
MIMÌ
Io t'amo.
RODOLFO e MIMÌ
(mentre escono)
Amor! Amor! Amor!