Disse l'uccellino al cacciatore
che già spianò il fucile su di lui:
"Prima che tu spari c'è una cosa,
c'è una cosa che io devo dirti:
son l'unico rimasto in tutto il mondo
da questo tuo orribile sterminio,
se uccidi pure me non avrai scampo:
di tutti gli uomini presto verrà la fine,
perché tu crudelmente hai infranto
l'equilibrio della natura.
Tu che sempre predichi l'amore
e la libertà di ogni uomo
hai ucciso il simbolo della libertà,
hai distrutto l'unica difesa delle piante.
Ma ora che il cielo è deserto,
l'inizio di una strage è su di voi:
gli insetti già preparano una guerra,
per sterminare il verde sulla terra.
Non ci sara più ossigeno nell'aria
e voi soffocherete piano piano,
dunque hai solo un modo per salvarti:
lasciami libero di andare per il mondo,
sperando in un miracolo soltanto:
che una compagna io trovi salva,
in modo che ritorni la mia razza
come sta scritto nella natura.
Ma ora che il fucile hai abbassato,
una cosa ancora devo dirti:
questo favore non te lo farò;
tu vuoi risparmiarmi solamente
perché hai paura, paura di morire.
Non permetterò che nuove ali
nascano ancora
per essere un crudele bersaglio dei cacciatori,
anche se tu non mi ucciderai,
aspetterò la morte che mi prenda.
Questa è la mia vendetta,
questa è la mia vendetta!