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L'ascensore
L'ascensore
turnover time:2024-07-03 20:05:09
L'ascensore

Quando andrò in paradiso

non voglio che una campana

lunga sappia di tegola

all'alba - d'acqua piovana.

Quando mi sarò deciso

d'andarci, in paradiso

ci andrò con l'ascensore

di Castelletto, nelle ore notturne,

rubando un poco

di tempo al mio riposo.

Ci andrò rubando (forse

di bocca) dei pezzettini

di pane ai miei due bambini.

Ma là sentirò alitare

la luce nera del mare

fra le mie ciglia, e... forse

(forse) sul belvedere

dove si sta in vestaglia,

chissà che fra la ragazzaglia

aizzata (fra le leggiadre

giovani in libera uscita

con cipria e odor di vita

viva) non riconosca

sotto un fanale mia madre.

Con lei mi metterò a guardare

le candide luci sul mare.

Staremo alla ringhiera

di ferro - saremo soli

e fidanzati, come

mai in tanti anni siam stati.

E quando le si farà a puntini,

al brivido della ringhiera,

la pelle lungo le braccia,

allora con la sua diaccia

spalla se n'andrà lontana:

la voce le si farà di cera

nel buio che la assottiglia,

dicendo "Giorgio, oh mio Giorgio

caro: tu hai una famiglia."

E io dovrò ridiscendere,

forse tornare a Roma.

Dovrò tornare a attendere

(forse) che una paloma

bIanca da una canzone per radio,

sulla mia stanca

spalla si posi. E alfine

(alfine) dovrò riporre

la penna, chiuder la cantera:

"È festa", dirè a Rina

e al maschio, e alla mia bambina.

E il cuore lo avrò di cenere

udendo quella campana,

udendo sapor di tegole,

l'inverno dell'acqua piovana.

Ma no! se mi sarò deciso

un giorno, pel paradiso

io prenderò l'ascensore

di Castelletto, nelle ore

notturne, rubando un poco

di tempo al mio riposo.

Ruberò anche una rosa

che poi, dolce mia sposa,

ti muterò in veleno

lasciandoti a pianterreno

mite per dirmi: "Ciao,

scrivimi qualche volta,"

mentre chiusa la porta

e allentatosi il freno

un brivido il vetro ha scosso.

E allora sarò commosso

fino a rompermi il cuore:

io sentirò crollare

sui tegoli le mie più amare

lacrime, e dirò "Chi suona,

chi suona questa campana

d'acqua che lava altr'acqua

piovana e non mi perdona?"

E mentre, stando a terreno,

mite tu dirai: "Ciao, scrivi,"

ancora scuotendo il freno

un poco i vetri, tra i vivi

viva col tuo fazzoletto

timida a sospirare

io ti vedrò restare

sola sopra la terra:

proprio come il giorno stesso

che ti lasciai per la guerra.

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Giorgio Caproni
  • country:Italy
  • Languages:Italian
  • Genre:Poetry
  • Wiki:https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Caproni
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