Ti scrivo da paesi senza sole
dove la pioggia ha sommerso la città
d'acqua in cui tutto si rispecchia
e nulla si tramuta in vino.
Ti scrivo dalle nordiche latitudini
Il pesce vivo è più morto che non le šproty1
pozzanghere per un terzo acqua e due terzi benzina
qui dove la sim ha smesso di funzionare per sempre.
Ti scrivo dalle rive del Sud
dall'Olimpo affollato di divinità
dalle spiagge che si svuotano in ottobre
dove tutto mi ricorda te.
Ti scrivo da quei monasteri
nei quali mancano porte e finestre
dove non c'è nulla, a dire il vero
neanche lo stesso monastero
Ti scrivo contemplando il tramonto
di come l'uomo da via la sua vita per niente
Guardo tra febbre e brividi
come un grattacielo cade per terra.
Ti scrivo su mura di mattoni,
Ti scrivo sulle cortecce novgorodiane di betulla 2
Così si scrive in frammenti
perdendo la vista, con e senza occhiali
Ti scrivo che volo verso casa
che presto avrà fine la separazione
Scrivo mentre il semaforo è ancora rosso
Scrivo finché non si sarà scaricato l'I-Phone.
Tutto diviene ciarpame,
nessuno ricorda chi costruì il tempio
Una vita del genere non è né zucchero né seta
Qui si ricorda solamente chi il tempio lo ha incendiato3
Ps: Ti scrivo, ti scrivo!
Ciao, ciao a te e al piccolo.
Ci vuole tanto per costruire un tempio e un istante per bruciarlo
Ce la può fare solamente colui, che questo tempio l'ha costruito.
1. acciughe sott'olio2. Le iscrizioni su corteccia di betulla ritrovate a Novgorod sono alcuni dei più antichi testi non religiosi in lingua russa.3. Riferimento ad Erostrato