Il Carso era una prora :
prora d'Italia vòlta a l'avvenire,
immersa ne l' aurora,
col motto in cima « vincere o morire! »
E intorno a quella prora si moriva
quando alla Nave arrise la vittoria,
ma il nome d'ogni fante che periva
passava a l'albo bronzeo de la Storia...
Soldato ignoto, e tu?
Sperduto tra i meandri del destino!
Mucchio senza piastrino,
eroe senza medaglia,
il nome tuo non esisteva più !
Finita la battaglia,
fu chiesto inutilmente...
Nessun per tè poteva dir : — Presente !
Il Piave era una diga :
file d' elmetti, siepi di fucili,
zappe e chitarre in riga...
— No, Generale ! I fanti non son vili i
La Morte li freddò coi suoi miasmi.
li strinse a mille tra le ossute braccia,
li rese inconoscibili fantasmi,
ne disperdeva fin l'ultima traccia...
Soldato ignoto, e tu?
Sperduto tra i meandri del destino !
Mucchio senza piastrino,
eroe senza medaglia,
il volto tuo non esisteva più...
Finita la battaglia,
tua madre inutilmente
tra i morti intatti ricercò l'Assente !
La Gloria era un abisso
che s' estendeva da lo Stelvio al mare,
ma l' occhio ardente e fìsso
non si distolse : si dovea passare ?
E la chiodata scarpa vi passava !
Tritò l'impervio Carso a roccia, a roccia
pigiò nel Piave sacro che arrossava
sangue nemico tratto a goccia a goccia...
Soldato ignoto, e tu
ritorna da i meandri del destino !
Brilla il tuo bei piastrino
fregiato de la palma :
tu sei l'eroe che non morrà mai più...
E solo la tua salma,
ch' è vòlta ad oriente,
da Roma può rispondere: — Presente !