Ti ricordi il nostro incontro?
Quella sera io non ho conosciuto te;
ho conosciuto la tua dolcezza,
la tua timidezza,
la tua solitudine,
il tuo silenzio.
Pensavo di avere solo il mio corpo da darti
e che tu volessi solo quello.
Ma tu volevi molto di più.
Volevi essere libero
e volevi che anch'io fossi libera – «libera e tua».
Tu lo chiamavi amore
e io ti dicevo sempre: «Non esiste, sarebbe troppo bello».
Tu mi guardavi. Sorridevi. Tacevi.
E piano piano, non so perché, cominciai a spogliarmi dentro.
Per te.
Lentamente cadevano le mie idee stupide,
le mie paure,
la mia diffidenza.
E insieme al mio corpo tu abbracciavi la mia volontà,
le mie emozioni, la mia anima.
E per la prima volta
ho abbassato gli occhi
e sono arrossita davanti a un uomo.
Poi,
soli noi,
timidi noi,
liberi noi,
fuori di noi,
dentro di me,
amanti noi…
Poi,
pazzi di noi,
assurdi noi,
noi senza colpa,
peccatori noi,
schiavi di noi,
angeli noi…
Ed è per questo che mi sembra tutto così assurdo adesso.
Certo, non è molto bello vederti raccogliere tutta la tua roba e cercare di scappare via come un ladro.
Io non ti trattengo, vedi?
Mi hai insegnato tu ad essere libera.
Adesso voglio che anche tu sia libero.
Puoi
portare via
tutto di te,
ma il nostro incontro
l'hai lasciato qui,
dentro di me,
dentro di…