E correndo mi incontrò lungo le scale
quasi nulla mi sembrò cambiato in lei.
La tristezza poi ci avvolse come miele
per il tempo scivolato su noi due.
Il sole che calava già
rosseggiava la città
già nostra e ora straniera
e incredibile e fredda
come un istante "déjà vu"
ombra della gioventù ci circondava la nebbia.
Auto ferme ci guardavano in silenzio
vecchi muri proponevan nuovi eroi.
Dieci anni da narrare l'uno all'altro
ma le frasi rimanevan dentro in noi.
"Cosa fai ora? Ti ricordi...?
Eran belli i nostri tempi!
Ti ho scritto... È un anno...
Mi han detto che eri ancor via"
Poi la cena a casa sua
la mia nuova cortesia
stoviglie color nostalgia.
E le frasi quasi fossimo due vecchi
rincorrevan solo il tempo dietro a noi.
per la prima volta vidi quegli specchi
capii i quadri, i soprammobili ed i suoi.
I nostri miti morti ormai
la scoperta di Hemingway
il sentirsi nuovi
le cose sognate e ora viste
la mia America e la sua
diventate nella via
la nostra città tanto triste.
Carte e vento volan via nella stazione
freddo e luci accese forse per noi lì
ed infine in breve la sua situazione
uguale quasi a tanti nostri film
come in un libro scritto
male lui s'era ucciso per natale
ma il triste racconto sembrava assorbito dal buio.
Povera amica che narravi
dieci anni in poche frasi
ed io i miei in un solo saluto.
E pensavo dondolato dal vagone
"Cara amica, il tempo prende e il tempo dà.
Noi corriamo sempre in una direzione
ma qual sia e che senso abbia chi lo sa!
Restano i sogni senza tempo
le impressioni di un momento
le luci nel buio di case intraviste da un treno.
Siamo qualcosa che non resta
frasi vuote nella testa
e il cuore di simboli pieno.