Ne è passato di tempo
Dalla tua prima meravigliosa costruzione al meccano
Che un giorno lasciasti nel sepolcro dei balocchi
Nel buio sacrale dello sgabuzzino
E la costruzione
Somigliava ad una fortezza
Che dominava una pianura a pavimento
Chiamata poi soggiorno in ceramica
E dalle feritoie
I soldatini con gli zigomi rifiniti male
Controllavano il grande universo di vetro
Chiamato poi finestra
Che a volte schiudendosi
Lasciava intravedere
Il paese dei gerani stranamente chiamato poi
Balcone
Ed è da quel paese che giungevano
Le prime inattese voci delle orde primaverili
E a catechismo ti dissero che eran le donne
E la tua inquietudine cresceva
Ne scegliesti una con le iridi castane
L'avevan fregata, gliele avevano promesse celesti
Era rimasta una musa tradita per sempre
Alla luminosa vanità del suo volto
Era mancato quel riflesso di luce azzurra in più
Che fa scappare ad un uomo la voglia di non fumare
E ti innamorasti
Ti piaceva quel suo amare artefatto
Si distendeva sempre in controluce
Per cercare di darti cogli occhi
Qualche bagliore appena riflesso
Ti piaceva quella sua vanità sconfitta
Ti piaceva quella sua
Quella sua disperazione
Lei si distendeva
Ti tornava alla mente il balcone con i gerani
Sembrava fuoriuscita da un travaso di fiori forse
Perché profumava
Profumava come il piano terra della Rinascente
E allora tu ripensavi ai giocattoli
Ai battaglioni in confezione regalo
E le dicevi che far l'amore è come giocare ai soldatini
Così, così la meravigliosa fortezza al meccano
La meravigliosa inquietudine al meccano, tu
Tu la chiamasti felicità
Fino a quando non vi furono suggeriti i tocchi d'effetto
Molto più alla mano delle vostre carezze
Ancora troppo carezze
Ancora troppo poesie
E le fiabe sonore
Vennero così sostituite
Da manuali per l'uso pratico delle mani in amore
Dalle illustrazioni si capiva che era roba per adulti
Neanche per anziani
Quel giorno vi toccaste in esclusiva, da adulti
Quel giorno iniziava un nuovo passatempo
Copiare il piacere, quello fu il giorno del ripostiglio
Ne è passato, di tempo
Dalla tua prima meravigliosa costruzione al meccano
Ne è passato di tempo
Dalle tue meravigliose feritoie
Dalla meravigliosa musa tradita
Dalla meravigliosa vanità sconfitta
Ne è passato, ne è passato di tempo
Dalla tua prima meravigliosa costruzione al meccano
La meravigliosa attesa davanti
Al tuo universo di vetro
La meravigliosa inquietudine, finita là nello sgabuzzino
Tra le cose rotte della vita