Peter, con le mani voli via,
eri nato uomo e adesso più non vuoi.
La tua casa lascia e poi
scegli un mondo di poesia.
Sei tu, Peter? Tu che a Kensington vivi?
Peter… tu che a Kensington vivi?
Trovi lì i fiori e le fate,
in barca lungo la corrente vai,
con le canne un flauto fai,
suoni come il grande Pan.
Sei tu, Peter? Tu che a Kensington giochi?
Peter… tu che a Kensington suoni?
Suona ancora così…
E laggiù un giorno chiederai
che vuoi rivedere la tua casa,
le lunghe feste, così gli addii,
le gite in barca.
Tu perdi tempo, Peter. Tu che a Kensington resti?
Peter, tu che a Kensington resti?
Oh, Peter…
Dalla finestra chiusa guardi tu
e al tuo posto un bambino adesso c'è.
Troppo tardi, Peter Pan,
tu capisci, tu lo sai.
Ora piangi, Peter? Tu che a Kensington torni?
Sì, Peter, tu che a Kensington torni. Tu.
Magica gioia tu dai.
Dolce mio rimpianto, dove sei?
Nei giardini a Kensington
un bambino eterno c'è.
Sei tu, Peter? Tu che a Kensington vivi?
Tu, Peter, tu che a Kensington suoni?
Suona ancora così.