Qualcuno si inventa le parole.
Qualcuno mi ha detto che nel soffitto non c’era niente.
Nascondo l’aria dei polmoni dentro un pallone che se ne scappa
e con una corda si solleva tutto il mio peso.
Mi è già caduta una scarpa,
sorvola finestre, nuvole e pensieri.
Forse l’altezza mi rende sordo o dimentico di ascoltarti,
forse la logica viene scritta da altre leggi.
Quando il cammino si fa lungo,
ricorderò la vista di questa città.
Houston, non c’è alcun problema,
qui tutto va bene, va sempre tutto bene.
Houston, non c’è alcuna stella
quando nessuno la vede, quando nessuno la vede.
La mappa non dice come arrivarci,
ma la curiosità viaggia in missione spaziale.
Se l’aria qui si fa più fredda, forse tarderò più di un giorno.
Meglio che oggi tu non mi aspetti più per la cena,
forse è meglio che tu non mi aspetti…
Quando il cammino si fa lungo,
ricorderò la vista di questa città.
Houston, non c’è alcun problema,
qui tutto va bene, va sempre tutto bene.
Houston, non c’è alcuna stella
quando nessuno la vede, quando nessuno la vede…
E ogni volta che cammino, vado più lontano,
coordinate di uno spazio/tempo che abbiamo perso.
Qui le cose non cadono per il loro proprio peso,
relative come i giorni che abbiamo vissuto,
teorie che si scrivono e diventano fumo.
Qui le cose non pesano più il loro proprio peso.
Houston, non c’è alcun problema,
qui tutto va bene, va sempre tutto bene.
Houston, non c’è alcuna stella
quando nessuno la vede, quando nessuno la vede…