Guarda qua, siamo arrivati, rinchiusi nell’aragosta corazzata.
Girovagano nella nebbia e asciugano il diluvio con gli stracci.
E volevamo tutto quello che non avevamo, per cercare tutto quello che non avevamo più.
E scappavamo da ogni luogo in cui arrivavamo, per trovare un altro luogo da lasciarci dietro…
Goga e magoga, è una danza sull’angoscia che gioca.
Goga e magoga, la macumba sulla terra che soffoca.
Goga e magoga, il futuro in barca a vela chi lo paga?
Goga e magoga, il tuo santo protettore ormai si droga!
Guarda qua, siamo arrivati, nella testa abbiamo un pesce motosega.
La girandola sulle palle, e i sogni degli altri li sistemiamo con la mazza.
Abbiamo gli occhi a damigiana e quaranta mongolfiere tutte piene di balle.
I ricami sul cuscino e mitragliatrici a nastro sotto il letto.
Goga e magoga, è una danza sull’angoscia che gioca.
Goga e magoga, la macumba sulla terra che soffoca.
Goga e magoga, il futuro in barca a vela chi lo paga?
Goga e magoga, il tuo santo protettore ormai si droga!
E vabè, non fa niente, ci suicidiamo ma è colpa della crisi.
I rifiuti, quelli brutti, li ho nascosti e non li ritroverai.
Acqua dolce*, acqua stufa! Di star qui a coprir la mia vergogna.
Giù sul fondo c’è il passato, ma il riflesso di quello che siamo è in superfice.
Verde rame! La speranza! E il cemento armato di pazienza.
E l’arcangelo ti presta la sua ala, per asciugare le lacrime dei tuoi occhi.
E l’arcangelo ti presta la sua ala, ma noi ci puliamo il naso.
E se non bastano quadri, fiori e picche,
Usiamo anche i cuori come coltelli.
Sulla scala dei ricordi, sulla scala dei ricordi c’è la melma.
Ed è un luogo in cui è facile, è un luogo in cui è facile scivolare.
Goga e magoga, e si rompe anche la sfera della maga.
Goga e magoga, è una danza per cantar chi se ne frega.
Goga e magoga, se spargiamo un po’ di sangue tanto asciuga.
Goga e magoga, vogliono tutti far tombola,mescola!!