Abbiamo febbri forti... qui
E tutto nella nostra gola
È tosse nervosa
È raucedine che ci brucia addosso ogni cosa
Così da soli deglutiamo saliva, commossi
E mandiamo giù il sudore della tenerezza
Così misuriamo parole
Gridando tutto a voce
Intimiamo pensieri scritti
In disordine sparso
E tracciamo confini
E suoniamo trombe marine
Su arcipelaghi fatti
Da giudizi circostanti
Ci appartiamo come musicisti... qui
E diamo di tacco e d'ansia
Sull'orizzonte del palco
Forse per dare un senso al tempo
O per regalare dignità alla persistenza
Delle nostre pause
E questa memoria
Che si avvicina come una donna che dorme
E la donna che dorme ogni tanto si muove
Si aggiusta le braccia o forse sbatte le ali
E s'alza nell'aria
Il grande respiro di questo corpo che sogna
Di questo corpo poco straniero
E per finire
Non sentiamo opinione alcuna
Che non abbia in faccia
Un po' di fondotinta
E poi ce ne andiamo
Passando per vie affollate
Da notti fresche
E la bellezza, che è il nostro braccio
Ci parla... adesso tace
E ci sorride poco a poco