Mare petrolio, nero grasso.
Sulla spiaggia c’era una casa di legno
e un grande albero.
“Ti lascio in pegno il mio cuore,
ti giuro, tornerò”.
Ma lui non è più tornato,
non è più tornato.
Sulla spiaggia ora c’è una discoteca.
Davanti all’ingresso i ragazzi fumano,
bevono, qualcuno impreca.
Mare petrolio, nero grasso.
Denti aguzzi, mani nervose
e occhi grandi, che brillano nel buio.
Stanca di aspettare,
la donna pesce ha fame
e vuol mangiare, mangiare.
“Ti è andata male, Marcello:
stasera niente sesso,
hai il mio permesso
di ammazzarti”.
“Esagerata, che sarà mai?
Io non voglio morire,
solo smaltire la rabbia,
passeggiando in riva al mare:
come un poeta, come il cantante
di una band maledetta,
come Godano e Capovilla
e poi scrivere un milione di canzoni
su questa e su tutte le altre future delusioni”.
Marcello camminava,
lentamente, a capo chino.
La donna pesce sbucò dal nulla,
gli si piazzò davanti:
mani ai fianchi e sguardo dritto al cuore.
“Chi sei? Mi hai fatto paura!”
Povero Marcello,
nessuno l’ha più visto
dopo quella notte.
Mare petrolio, nero grasso.
Sulla spiaggia c’era una casa di legno
e un grande albero.
Mare petrolio, nero grasso.
Sulla spiaggia ora c’è una discoteca,
una discoteca, una discoteca.