Don Salvatò che ci guardate da lassù
sicuramente risultiamo ridicoli
con tutti questi veli davanti agli occhi
noi figli di questa terra, e di questa vita
noi che parliamo troppo spesso
anche senza essere interrogati,
noi che ora un guaio, ora una disgrazia
pare che ci siamo abituati.
Don Salvatò, gli alberi piangono
i frutti sono diventati marci:
veleno, fumo e cielo grigio
quando la mano vostra non è arrivata,
e poi la paura accanto a noi
in mezzo ai deserti della miseria,
carogne, porci , sangue crudo,
le mani sporche,
la fame, e la sete!
Don Salvatò a che ci serve
tutta questa educazione
se poi ogni scarpa diventa vecchia
e se non muore è uno scarpone
e se vai col cuore nessuno ti aiuta:
resti solo schiavo del pudore che
ti fa fesso e contento.
e poi una spina dentro al cuore
Don Salvatore, Don Salvatore.
Don Salvatore che ce ne facciamo
del credere, della speranza e delle opere buone
se poi il destino lo decidete voi
e noi non abbiamo mai ragione
e popolo arabo, o popolo balcanico
tempo moderno o tempo antico.
Don Salvatò, un po’ di pazienza
se noi ancora niente abbiamo capito.
Don Salvatò, sotto la vostra tavola
un tozzo di pane, quando cade,
un sorso di vino del figlio vostro,
sangue e chiodi in mezzo alle mani,
e se vai col cuore nessuno ti aiuta:
resti solo schiavo del pudore che
ti fa fesso e contento.
E poi una spina dentro al cuore
Don Salvatore, Don Salvatore.