Esistono le navi, ed esiste il tuo viso
Accostato alla prua delle navi.
Senz’alcuna meta fluttuano sulle città,
partono nel vento, ritornano nei fiumi.
Sulla sabbia bianca, dove il tempo comincia,
un bimbo passa dando le spalle al mare.
Si fa notte – Non v’è dubbio, si fa notte.
Bisogna partire, bisogna restare.
Gli ospedali si coprono di cenere.
Onde d’ombra si frangono ai cantoni.
Ti amo… E dalla finestra entrano
le prime luci delle colline.
Le parole che t’invio sono proibite,
amor mio, persino dove il grano lascia aloni;
se qualcuna tornasse, non riconoscerebbe più,
in quelle sue curve chiare, il tuo nome.
M’addolora quest’acqua, quest’aria che si respira,
m’addolora questa solitudine di pietra scura,
queste mani notturne ove stringo
I miei giorni spaccati a metà.
E la notte cresce appassionatamente.
Alle sue estremità vive, affilate,
ogni uomo non ha altro da offrire
che un orizzonte di città bombardate.