Lui non si arrampica tra i palazzi come se fosse un ragnetto
Non fa il fotografo o il giornalista, poi va a difendere il ghetto
Non ha uno scheletro d’adamantio, non c’è rigeneramento
Non ha né villa col maggiordomo né superpoteri da superuomo
Quando è se stesso davvero non sa tenere un comportamento
E adesso che di fantastico non c’è niente si è sciolto anche il quartetto
E se la sera esce dopo cena non sa saltare da un tetto
Eppure è così veloce che puntualmente fa tardi all’appuntamento
Non vive in nuvole d’oro, non ha le stelle incise sul petto
Al primo palleggio che ha fatto a calcetto, una pallonata sul setto
Per ogni canna una calamita, naviga controvento
Sempre, vittima dello spazio contro i predatori del tempo
Non veste da scolaretta da repubblica marinara,
Non ha costruttori che mettono in atto una macchina di accessori
E non ha un guardaroba che varia, ha costumi prodotti in Italia
Perché quando si arrabbia va oltre il verde, assume tutti i colori!
Ma com’è che si dice a Roma? Pezza? Ora sì l’ha capito!
Perché è a forza di prendere pezze
Che la mamma gli ha fatto un vestito
Ora un ombra si aggira a Venezia
Ha rubato alla corte dei diavoli
Se conosci una strada diversa,
Gondoliere… portalo a Napoli!
Un paese che è nato da tanti pezzi! Questo si era capito
Collegati nel tempo da un’aria
Che poi piano piano ogni pezzo ha unito
Ora un’ombra si muove in Italia,
Ha rubato fingendosi una parodia
Conosci una strada secondaria?
Gondoliere, portalo via...
Arriva vestito da spazzacamino, poi ruba gli anelli quando fa l’inchino, poi
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Prima era tutto nero corvino, poi rosso amaranto, poi verde turchino, poi
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Roma, Napoli, Bergamo fino a Firenze, Palermo, Milano e Torino poi
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Prima, in tasca neanche un quattrino
Dopo, arriva e ruba il bottino
Scrive le rime sopra al taccuino
Poi vi saluta, vi fa l’occhiolino e poi ciao!
Non diventa insetto, non rimane nel letto, non fa colazione
E dentro lo Stige la madre ha sbagliato, ha infilato soltanto il tallone
Non veste più largo, il cavallo che aveva ce l’ha Pantalone
E il giro del mondo in 80 giorni l'ha fatto perché è un fattone
E come un barone non scenderà, come un visconte si dimezzerà
Quando cliccò, cercò su Virgilio, trovò una finestra per l’aldilà
Ma bazzica sempre da solo all’Inferno, e Gerusalemme non libererà
E dov’è Papà quando la città crolla?
Non porta nulla ma la città crolla!
E dov’è un amico che va sulla Luna dove il senno è chiuso dentro un'ampolla?
Non tiene certo dei dolci a casa se ha pareti di pasta frolla!
Non vede più Silvia, L’aura s’accolla,
Poi con Francesca era un po’ prematura
Prima di vendere l’anima al quadro non vide che era una caricatura
Lui non cerca il patto col diavolo se è una rottura di cazzo eterna
E vive al limite tra un castello che vola ed un mondo nell’entroterra
Ora un’ ombra si muove in Italia, ha rubato fingendosi una parodia
Conosci una strada che sia secondaria?
Gondoliere, portalo via…
Arriva vestito da spazzacamino, poi ruba gli anelli quando fa l’inchino, poi
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Prima era tutto nero corvino, poi rosso amaranto, poi verde turchino, poi
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Roma, Napoli, Bergamo fino a Firenze, Palermo, Milano e Torino poi
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Prima, in tasca neanche un quattrino
Dopo, arriva e ruba il bottino
Scrive le rime sopra al taccuino
Poi vi saluta, vi fa l’occhiolino e poi ciao!
Ciao…
Poi vi saluta, vi fa l’occhiolino e poi ciao!
Ciao…
Non ha figli né mogli che girano in mezzo ai papaveri, ha pochi ricordi
Lui non sta tra girasoli, fiori, mangiatori di fagioli, signori,
Non ti urla davanti quando gli amici lo lasciano solo tra i fiordi
Non ha rettili che escono fuori dai fogli né palloncini coi cuori
Lui non vive una vita a puntini sdraiato sul fiume del divertimento
Anche quando c’è un’ombra che lo aspetta, non ti dà solo un bacio di fretta
Non è rivoluzione che allatterà il popolo solo col seno scoperto
Lui non fa colazione sull’erba, è da un po’ che non vede una tetta
Anche senza vestire di un nero elegante lui vola usando l’ombrello
I filosofi della sua crew non lo portano giù né lo portano su, uh!
Lui non ha dei colori uniformi divisi precisi con un righello
Alla sua foto non applichi quattro colori, ne servono molti di più!
Non è luce in faccia che chiama il ragazzo nel buio alla sua vocazione
Non lo toccano neanche con un dito quando sta in fase di creazione
È per rompere questa realtà con la voce che squarcerà questa canzone
Non è vero che questo non è un rapper!
Non è vero che è un’imitazione...
Non è vero che è un’imitazione!
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Non è vero che è un’imitazione!
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Roma ,Napoli, Bergamo fino a Firenze, Palermo, Milano e Torino poi
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Ciao! Ciao, saluta Arlecchino
Prima, in tasca neanche un quattrino
Dopo, arriva e ruba il bottino
Scrive le rime sopra al taccuino
Poi vi saluta, vi fa l’occhiolino e poi
Ciao!