Aria, aria, voglio aria,
in ogni angolo della mia stanza.
Cristo, che puzza di chiuso!
Spalanca le finestre, Annare’,
ma che ti pago a fare?
Scusa, non volevo alzare la voce,
ma sono nervoso, non sai cosa
mi è successo ieri:
un uragano di bottiglie e di insulti
si è scatenato contro me:
“Venduto! Buffone! Fascio!”
Venduto... Buffone... Fascio...
A me, proprio a me, dicono fascio!
Io ho provato a difendermi, a ragionare,
a fermare quello sfaccimme di furia brutale:
“Compagni, amici, calmatevi...
la musica dovrebbe essere
un linguaggio universale di pac...
Ahi, cazzo, mi ha preso
in faccia ‘sto bastardo...
oddio, mi esce il sangue... oddio...”
(Fascio, ridicolo, pezz’ i merd...)
Aria, aria, voglio aria,
in ogni angolo della mia stanza.
Il capitale di Marx è un mattone,
non l’ho mai digerito, non l’ho mai digerito.
“Bravo, così” ecco:
puntami addosso l’occhio di bue.
Ohhhhh, adesso sì, che si siamo.
Bambina, ti amo...
non so che darei per sentirti mia.
Anzi lo so, ti do cinquantamila lire,
ma che dico cinquanta, facciamo cento...
posso pagare, cazzo,
sono primo in classifica,
sono primo in classifica!”
Aria, aria, voglio aria,
in ogni angolo della mia stanza.
Mi libro nell’aria di Miami.
Io mi amo a Miami.
Sono felice, sono un grasso buddista felice
e nessuno mi tira più le bottiglie in faccia!
Anzi, mi stringono la mano
e mi fanno tanti complimenti:
“Progetti per il futuro?”
“Eh, guarda, sto realizzando un remix di
Figli delle stelle...”
“Avrà sicuramente successo, è un evergreen!
Complimenti Alan, sei sempre fortissimo...”
Dio come sono felice,
sono un grasso buddista felice,
sono tanto felice.
Mi amo e vi amo, vi amo tutti.
Sono leggero e mi libro nell’aria.
Sono leggero e mi libro nell’aria.
Sono leggero. Leggero.