Seduto su una panchina al parco
Guardando le bambine con cattive intenzioni
Muco che gli cola dal naso
Dita unte che macchiano vestiti logori
Asciugandosi sotto il freddo sole
Guardando correre i pantaloncini arricciati
Sentendosi come un'anatra morta
Che sputa fuori frammenti della sua fortuna spezzata
Raggi del sole freddi su un uomo anziano che vaga solitario
Passando il tempo nella sola maniera che conosce
Le gambe gli fanno male, mentre si piega per raccogliere un mozzicone di sigaretta
Sprofonda nel pantano e si scalda i piedi
Si sente solo, l'esercito è in cima alla strada
Salvezza à la mode e una tazza di tè.
Aqualung, amico mio, non iniziare a sentirti a disagio
Povero diavolo, vedi, sono solo io.
Ti ricordi ancora la fredda nebbia di dicembre?
Quando il ghiaccio che pende dalla tua barba grida agonia.
E tu prendi i tuoi ultimi respiri in un rantolo con suoni simili a quelli di un palombaro 1,
E i fiori sbocciano come pazzi in primavera.
1. I palombari utilizzano un autorespiratore per immergersi; autorespiratore è la traduzione letterale del termine "Aqualung". Nel titolo non l'ho tradotto perché è stato scelto dagli autori come soprannome del senzatetto protagonista di questa canzone, proprio a causa dei suoi problemi respiratori.